Sono stati vittime in passato di persecuzioni, maltrattamenti e deprivazioni. Ora è finita. Con una importante operazione internazionale 3 orsi bruni europei hanno trovato una nuova “casa”: è Pescasseroli. Gli orsi adesso “alloggiano” al Centro Visite del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
I tre plantigradi sono un maschio (di circa 10-15 anni) e due femmine (una di circa 30 anni e l’altra probabilmente di 10). Ora i loro nomi sono rispettivamente Brumo, Greta e Nita (vedi foto).
Gli orsi erano stati sequestrati ad un circo lituano dal Ministero dell’Ambiente del Paese dell’Est per le pessime condizioni di detenzione e sfruttamento in cattività (è stata accertato che gli orsi erano tenuti “in prigione”, in ricoveri senza finestre, recinzioni fatiscenti, inferriate arrugginite…). Nel novembre dello scorso anno in seguito al trasferimento di un altro orso illegalmente detenuto, l’associazione italiana “Salviamo gli orsi della Luna” aveva rinvenuto, su segnalazione e denunzia, i 3 orsi in pessime condizioni. L’operazione si era interrotta a causa del Covid-19 ma una volta che la situazione è migliorata in Italia si è proceduti spediti per salvare gli orsi. Gli stessi plantigradi hanno ricevuto le visite veterinarie, la vaccinazione e la microchippatura. Poi il trasferimento in Abruzzo.
Ora, al Centro Visite, possono beneficiare di un ampio recinto protetto, un ricovero e due laghetti per il bagnetto insieme alle cure del personale sanitario specializzato. Dal 4 luglio prossimo sarà possibile vederli nel Centro Visite che riaprirà dopo il lungo periodo di chiusura a causa del Covid-19
“Trasferire i tre orsi è una missione davvero impegnativa. Gli orsi sono stati addormentati, preparati e caricati nelle apposite gabbie, per un viaggio condotto con la massima attenzione rispetto al loro benessere, e alla loro sicurezza. Occorre l’utilizzo di mezzi speciali con un ambiente climatizzato, il costante monitoraggio dei veterinari” così ha commentato l’operazione di salvataggio l’ente Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise.
Hanno collaborato al progetto l’associazione italiana no profit “Salviamo gli orsi della Luna”, il Ministero dell’ambiente lituano, l’organizzazione lituana “Gyvunu Teisiu Apsaugos Organizacija”, la fondazione Capellino (che ha sostenuto le spese di trasporto), la Commissione scientifica Cites.
Alessandro Di Matteo
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