Bolognano. Sito di Piano d'Orta contaminato: indagati i vertici Edison, amministratori comunali e polizia provinciale
GUARDA LE FOTO

Il presidente del cda di Edison, Jean Bernard Levy e l'ad Marc Benayoun son indagati dalla Procura di Pescara per omessa bonifica del sito industriale di Piano d'Orta nel comune di Bolognano (Pe). Il nucleo investigativo dei carabinieri forestali di Pescara, su richiesta del sostituto procuratore Salvatore Campochiaro, ha inoltre notificato nei giorni scorsi quattro avvisi di garanzia per i reati di inquinamento ambientale, falso ideologico e omissioni d'atti d'ufficio. Risultano sotto inchiesta il sindaco del Comune di Bolognano, Silvina Sarra; il dirigente della Regione Abruzzo, Franco Geradini; il comandante della polizia provinciale di Pescara, Giulio Honorati ed Antonio Ricordi sempre della polizia provinciale.   

 
L'inchiesta, che conta quindi sei indiziati tra vertici Edison, amministratori e dirigenti locali ed esponenti della polizia provinciale, è stata innescata dagli esposti presentati dalla consigliera regionale del M5s Sara Marcozzi e dalla Stazione ornitologica abruzzese. Gli accertamenti riguardano il comparto Zeta del sito industriale della Montedison, dove sarebbero sepolti, fino ad una profondità di 8 metri, oltre trentamila metri cubi di materiali inquinanti, contenenti svariate sostanze nocive come arsenico, rame, piombo, cobalto e zinco. All'interno dell'area, che si estende a pochi chilometri dalla mega discarica dei veleni di Bussi (Pescara), sorgeva una fabbrica di fertilizzanti dismessa nel 1964. L'inquinamento dell'area è noto almeno a partire dal 2008, quando la Procura di Pescara commissionò uno studio che rivelò la presenza di sostanze inquinanti con valori che, in alcuni casi, risultarono centinaia di volte superiori ai limiti di legge. La cosiddetta analisi di rischio, espletata nel 2014, confermò la potenziale esposizione agli inquinanti per la popolazione. 
 
"L'inchiesta illumina una triste vicenda della Val Pescara, martoriata dall'inquinamento industriale", commenta Augusto De Sanctis, per la Stazione Ornitologica Abruzzese, l'associazione che a maggio 2017 ha "scoperto" che una parte consistente della vecchia area industriale della Montedison, già Montecatini, era rimasta inopinatamente fuori dal perimetro del Sito nazionale di bonifica individuato dal ministero dell'Ambiente nel 2008. Le ceneri di pirite, scorie industriali, classificate dall'Arta a luglio 2017 dopo la segnalazione della Soa come "rifiuti speciali pericolosi" affioravano nel cosiddetto "comparto Z", praticamente in mezzo alle case e le strade. 
 
Il ministero dell'Ambiente con la dirigente Laura D'Aprile scrisse subito agli enti per chiedere chiarimenti sulla vicenda. Attualmente è nella fase finale l'iter di inclusione di quest'area nel Sito nazionale di bonifica. A febbraio 2018 la Provincia ha emanato l'ordinanza in cui si individua in Edison il responsabile della contaminazione, riconoscendo il ruolo della Soa nell'aver fatto (ri)emergere la vicenda. Poco dopo sono partiti alcuni lavori di messa in sicurezza di emergenza. 
 
Dopo la lettera di maggio 2017, la Soa ha messo in campo anche una serie di richieste di accessi agli atti. Il Comune di Bolognano si è opposto pervicacemente con tanto di avvocati ma l'associazione vinse il ricorso al Difensore civico regionale. Dall'accesso è emerso che: già nelle analisi del 2008/2009 il comparto Z era risultato pesantemente contaminato sia nei terreni (da piombo, zinco, arsenico, idrocarburi; addirittura fino a 13 metri di profondità), sia nell'acqua di falda (arsenico e piombo). Purtroppo a tale documento non erano seguiti adeguati provvedimenti. "Quanto accaduto - sottolinea De Sanctis -è particolarmente grave in quanto il sito è letteralmente in mezzo alle abitazioni e alle vie della frazione di Piano d'Orta. Anzi, alcune abitazioni sono state costruite letteralmente sui terreni che ospitavano i vecchi impianti. La falda contaminata si muove verso il fiume Orta trascinando con sé l'arsenico. Insomma quello che è accaduto e che oggi è oggetto dell'inchiesta segnala i ritardi, l'inerzia e, spiace dirlo, anche il silenzio di troppi su una situazione incredibile che era sotto gli occhi di tutti. La nostra associazione ha dovuto superare un muro di gomma che era stato alzato davanti a questa situazione. Ora bisogna ottenere la bonifica".
12 novembre 2018
 
Nelle foto il sito di Piano D'Orta e Augusto De Sanctis
@RIPRODUZIONE VIETATA
totale visualizzazioni: 2185

Condividi l'Articolo