Treglio. Sansificio Vecere e centrale biomasse. In appello rimodulate e confermate condanne

“Confermate, tranne per una parte, a causa dell'intervenuta prescrizione, le responsabilità penali per una vicenda che ci ha visto combattere, da sempre, e per anni, a tutela della salute pubblica”.

Così il sindaco di Treglio, Massimiliano Berghella, riguardo al processo d'appello sui sansifici Vecere e la centrale a biomasse di Treglio (Ch), riguardo al quale è stata appena resa nota la sentenza. Il verdetto è della Corte d'Appello dell'Aquila, a cui hanno fatto ricorso, contro la sentenza emessa dal Tribunale di Lanciano il 17 luglio 2017, gli imprenditori e imputati, Antonio Vecere, 47 anni, di Lanciano, amministratore della Gestione Calore Treglio (Gct), ed Enrico Vecere, 73 anni, di Lanciano, della Sansifici Vecere. Il primo all'epoca aveva avuto 8 mesi di arresto sostituiti con 60 mila euro di ammenda.

Sei mesi di arresto, sostituiti con 40 mila euro, furono invece comminati al secondo. I Vecere sono finiti sotto processo per inquinamento atmosferico, con emissione di monossido di carbonio superiore ai limiti di legge; per aver bruciato materiale non conforme rispetto a quello autorizzato dalla Regione; per illecito smaltimento delle ceneri riguardo alla Gct. L'inchiesta è partita nel 2014. A seguito di superperizie l'allora procuratore di Lanciano, Francesco Menditto, chiese e ottenne il sequestro dei due impianti, situati alle porte del centro abitato di Treglio. Tante le parti civili costituite: il Comune di Treglio, Nuovo Senso Civico e 45 cittadini che hanno chiesto danni.

Ora i giudici d'Appello riformano parzialmente la sentenza di primo grado. Per quanto riguarda Antonio Vecere hanno dichiarato il non doversi procedere riguardo ad un capo d'accusa, e cioè d'”aver bruciato rifiuti rappresentati da materiali diversi rispetto a quelli previsti progettualmente”, perché estinto per prescrizione. Per gli altri reati a lui contestati la condanna è stata rimodulata in 4 mesi di arresto, sostituiti con 30mila euro di ammenda. Confermata la pena per Enrico Vecere. “La sentenza di primo grado – scrivono i giudici dell'Aquila – va confermata per le restanti statuizioni e Vecere Enrico va condannato al pagamento delle spese processuali e di giudizio”. A Comune e Nuovo Senso Civico liquidate 2 mila euro di spese processuali ognuno, mentre 4 mila euro per altri 45 cittadini parti civili.

I giudici, infine, hanno ordinato il dissequestro dei due impianti, requisiti il 5 gennaio 2015. “Abbiamo avuto sempre fiducia nella magistratura – riprende il sindaco Berghella – e quest'amministrazione si è battuta in ogni modo per la tutela dei suoi cittadini e di quelli dell'intero comprensorio. Ora, considerato il dissequestro, vigileremo sull'evolversi della vicenda”.

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