Si è spento oggi in ospedale l'etnologo, giornalista e saggista Emiliano Giancristofaro, 84 anni compiuti lo scorso 6 giugno, profondo conoscitore e studioso del folklore d'Abruzzo, una delle figure culturali più illustri e amate di Lanciano (Ch).
E' stato docente di Storia e Filosofia nei licei e titolare di contratto per l’insegnamento di Storia delle Tradizioni Popolari presso l’Università di Chieti. E' stato nel direttivo della Deputazione Abruzzese di Storia Patria e caporedattore della Rivista Abruzzese, rassegna trimestrale di cultura fondata nel 1948, di cui è stato direttore dal 1963 al 2000. Negli anni ’60 è stato co-fondatore della prima sezione abruzzese di Italia Nostra, di cui sarà presidente regionale dal 1994 al 2003.
Assieme a Beniamino Rosati, Corrado Marciani, Antonino Di Giorgio, Enrico Graziani ed altri, condusse l’opposizione popolare all’insediamento dell’industria petrolchimica in Valdisangro e la battaglia per l’abbazia di San Giovanni in Venere. Tante le sue lotte anche in Consiglio comunale a Lanciano, per la tutela del patrimonio storico e ambientale, come le ville liberty di Viale Cappuccini, e a livello regionale per la salvagurdia della Costa dei Trabocchi. "No alla 'francavillizzazione' del litorale", ripeteva, coniando il termine "'francavillizzazione", ossia cementificazione selvaggia, come si era verificato a Francavilla al Mare (Ch), dove le costruzioni sono fin sulle spiagge.
Ha collaborato con la rivista di etnologia "Lares" e dal 1972 al 1994 è stato direttore editoriale della casa editrice lancianese Rocco Carabba, della cui rinascita era stato promotore. Ha donato la sua raccolta di materiale audiovisivo sulle credenze del popolo abruzzese alla Biblioteca comunale di Lanciano.
Tra i suoi lavori sul folklore (alcuni pubblicati da Electa Mondadori e Bulzoni): Il mangiafavole, inchiesta diretta sul folklore abruzzese, Olschki, 1971; Totemajje, viaggio nella cultura popolare abruzzese, Carabba-Rai, 1978; Tradizioni Popolari d’Abruzzo, Newton Compton, 1997. Si è occupato della emigrazione abruzzese, cui ha dedicato il volume "Cara moglia" (1984) e di inchieste e documentari sulle comunità abruzzesi all’estero.
Nel 2005, assieme a Marchionne (Fiat) e Rossi (Sixty), la sua attività di studioso è stata premiata dalla Camera di Commercio di Chieti con il riconoscimento speciale per "Fedeltà al Lavoro e al Progresso".
Scrive lo psicologo Gian Luca Bellisario, amico di famiglia: "Grande uomo, colto, preparato, appassionato per il suo territorio, lottatore integerrimo per i suoi ideali ma soprattutto per quelli degli altri. Ironico, affettuoso, generoso". Cordoglio per la sua scomparsa è stato espresso dal sindaco in carica Filippo Paolini e dall'ex primo cittadino Mario Pupillo che scrive sui social: "Salutiamo un gigante della Cultura abruzzese e frentana. Un insegnante straordinario, senza mezze misure nei giudizi, ma sempre pronto a difendere gli umili e i più buoni.... con le sue lezioni di filosofia e le tirare di sigarette che interrompevano la sua narrazione... E come tutti i giganti anche lui lascia le sue enormi e generose tracce della sua preziosa attività culturale, politica, civica che ancora oggi determinano la nostra vita quotidiana". E il giornalista Mario Giancristofaro: "Conservo nel cuore la sua cultura, la sua integrità etica, il suo spirito battagliero in difesa dei beni comuni e del patrimonio pubblico, la capacità di non piegare mai la testa. Abbiamo raccontato insieme, per alcuni anni, nella piccola redazione del Messaggero di Via Dalmazia, fatti e personaggi della città e della regione. Poi, mi hai lasciato solo al giornale, per meglio dedicarti ai tuoi studi, ma i ricordi e gli insegnamenti sono sempre vivi".
Viveva a Lanciano, nella casa di via Fagiani, sede della redazione della "Rivista Abruzzese", la cui redazione è passata nelle mani dei figli Enrico e Lia.
I funerali si svolgeranno domani alle ore 17 nella chiesa di Sant'Antonio a Lanciano.
Alla moglie Lucia e ai due figli, le più sentite condoglianze di Abruzzolive.tv. 15 giu. 2022
SERENA GIANNICO
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