Falciò due pedoni lungo il Corso di Lanciano: fissato il processo per l'automobilista di Casoli

Piombò con l'auto su corso Trento e Trieste, facendo due feriti e rischiando di stendere altri che passeggiavano. Il giudice delle indagini preliminari di Lanciano, Massimo Canosa, ha fissato il giudizio immediato, su richiesta del pm Francesco Carusi, al 14 dicembre dinanzi al tribunale collegiale.

Imputato di tentato omicidio è Emanuele Travaglini, 28 anni, di Casoli (Ch), arrestato, dai crabinieri, lo scorso 13 settembre, il giorno dei drammatici fatti, quando si è costituito. 

Il giudizio immediato è un procedimento penale speciale caratterizzato dalla mancanza dell'udienza preliminare e gli organi competenti sono il pubblico ministero e il gip. Tra i requisiti l'evidenza della prova o provvedimento di custodia cautelare in carcere o domiciliare. Il gip Massimo Canosa ha rigettato la richiesta del difensore Alberto Paone di concedere i domiciliari a casa o in un centro di riabilitazione. Lo stesso ha fatto il Tribunale del Riesame, ritenendo il pericolo della reiterazione del reato. 

E' stata una mattina di terrore quando l’indagato si è intrufolato sul Corso alla guida della vecchia Fiat Punto, intestata al padre, e ha seminato terrore attraversandolo a oltre 100 km/h e puntando passanti, appunto due i feriti, e tavolini esterni dei bar. Ha bypassato i new jersey di sicurezza, spostati per le feste di Settembre e si è infilato tra i camion della ditta di luminarie Gargarella. Salito sul marciapiede angolo via De Crecchio, ha accelerato con uno zigzagare drammatico con i pedoni presi per birilli. Quanto ai feriti le loro condizioni di salute vanno progressivamente migliorando col ritorno a casa.

Gabriele Staniscia, 77 anni, di Lanciano, il primo ad essere stato investito, venne ricoverato per politrauma e fratture a Pescara, e poi Luciana Iavicoli, 68 anni, finita al Renzetti per il bacino fratturato. Luciana ha salvato il nipotino di un anno e mezzo che portava a spasso lanciando in avanti il passeggino poi è stata sbalzata in aria dall'imputato. "Non sto bene, sento rumori nella testa e vedo lampi di luci negli occhi - ha spiegato Travaglini al gip -. Non mi hanno mai dato farmaci dopo le visite mediche. Sono scosso per l’accaduto, non ci sono moventi, né qualcosa mi ha turbato precedentemente. Man mano che procedevo in auto il mio stato di ansia cresceva e mi sono ritrovato sulla strada per Lanciano, come trascinato. Non capivo più nulla. Poi ho imboccato il Corso con un impulso irrefrenabile e non so come ci sono finito. Ho sentito due colpi e sono stato abbagliato da luci che mi hanno offuscato la vista". L’avvocato Paone ha appena chiesto al gip una perizia psichiatrica per l’assistito per accertare la sua capacità di intendere e di volere al momento del fatto. Anche per avanzare richiesta di abbreviato, condizionato proprio dalla perizia.

"In carcere Travaglini prende medicinali ed è sottoposto a visite psichiatriche – dice il suo legale -. Ora è un po’ più tranquillo, anche se continua ad avere momenti di allucinazioni. Si rende conto della gravità di quello che ha fatto ed ha chiesto anche quali siano le condizioni dei due feriti. In prigione spesso è in uno stato come di trance – aggiunge il difensore -. Ancora oggi non ricorda nulla dell’accaduto. La tragica realtà è che il ragazzo non è stato mai curato. Ora gli danno degli stabilizzatori d’umore". 10 nov. 2022

WALTER BERGHELLA

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