Coronavirus. In Abruzzo 156 nuovi casi e 9 decessi. Marsilio polemizza per la mancata 'zona gialla'

Sono 156 i nuovi positivi al Covid-19 in Abruzzo, su 3.989 tamponi, con una percentuale in calo al 3,9%.

I deceduti sono 9 (una 98enne di Pescara, una 93enne di Giulianova, un 56enne di Teramo, una 70enne  e un 84enne di Tortoreto, un 70enne di Civitella del Tronto, una 86enne di Notaresco. I positivi scendono di 235 unità mentre aumentano i ricoveri: 565 in area medica (+6) e 43 (+1) in terapia intensiva. I guariti sono 19.195, + 380 nelle ultime ore. Le località più colpite sono state Pescara con 17 casi a Teramo con 11. 

Intanto il presidente della Regione, Marco Marsilio, se la prende col Governo sul mancato passaggio dell’Abruzzo in zona gialla prima che, dal 24, entrino in vigore le restrizione rosse e arancioni per le feste. "Il ministro decide di non decidere – tuona in una nota -, e mentre in Consiglio dei ministri approvano un decreto-legge per chiudere tutta l'Italia, mettendo sullo stesso piano le Regioni in cui la diffusione del contagio è in diminuzione e quelle dove invece crescono ricoveri e indice di replicazione (Rt), l'Abruzzo si ritrova ad essere l'unica regione in arancione. Abbiamo chiesto – proegue - di prendere atto dei dati positivi che registriamo da settimane, per potere sfruttare almeno da domenica 20 a mercoledì 23 in zona gialla e dare respiro all'economia e possibilità di movimento ai cittadini". Ma da Roma nessun accomodamento. "Ottusità burocratica", dichiara Marsilio.

A questo punto, resterebbe in piedi solo la possibilità di emanare un’ordinanza efficace per il solo giorno 23 (sempre che il ministro confermi l’intesa), prima che entri in vigore la disciplina restrittiva per le festività natalizie approvata dal Governo. Con la conseguenza che l’Abruzzo sarebbe arancione il 22, giallo il 23 e rosso il 24.

"Proprio per evitare questo, - viene aggiunto - avevamo insistito presentando una documentata e argomentata relazione, supportando la richiesta con studi scientifici internazionali che dimostrano come l’applicazione di misure restrittive tempestive e preventive accorci i tempi di recupero. Non è corretto e non ha nessun fondamento scientifico imporre a tutti gli stessi tempi di permanenza in una fascia di restrizioni. I 14 giorni di zona arancione da 'scontare'obbligatoriamente sono il frutto di un modello sperimentale, unico al mondo (si adotta solo in Italia). Se i fatti dimostrano che, applicando cocciutamente questi parametri, si lascia in una fascia di maggiori restrizioni una sola regione in Italia, che presenta tutti i dati perfettamente nella media nazionale e in alcuni casi ben al disotto della media, vuol dire che il modello ha dei limiti che vanno corretti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: da domenica 20 e per tre giorni l’Abruzzo sembrerà la regione più 'pericolosa' e colpita dal Covid d’Italia. Basta leggere i dati per scoprire che – al contrario – l’Abruzzo è in tutti i parametri almeno al disotto della metà delle regioni, e per quello dell’occupazione delle terapia intensive (ieri al 22%) è tra le 5 migliori. Che in 'giallo', e in alcuni casi da settimane, ci sono regioni che hanno il doppio o il triplo del tasso di occupazione dei posti letto, un Rt superiore a 1 (Abruzzo a 0,8) e un livello di rischio classificato ‘alto’ da 2 o 3 settimane (l’Abruzzo è ‘moderato’ da almeno tre settimane)".

"Rinnovo ora l’appello a ristorare seriamente le attività danneggiate, cosa che non è garantita dal decreto-legge di ieri, perché tutti sanno che fare riferimento al decreto rilancio non vuole dire affatto ristorare il 100% della perdita di fatturato di Natale ma appena il 15% di quello di aprile. E a pagare il prezzo delle chiusure non sono solo bar e ristoranti, ma intere filiere che vanno dai produttori agricoli, ai distributori, ai fornitori, ecc"...".  19 dic. 2020

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