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Vasta operazione anticrimine, condotta dalla Mobile delle Questure di Chieti e Foggia e dal Servizio centrale operativo della Direzione Centrale Anticrimine, nei confronti dei banditi responsabili del maxi colpo, da 5-6 milioni di euro, messo a segno il 24 marzo 2022 a San Giovanni Teatino (Ch) ai danni dell'istituto di vigilanza Ivri- Sicuritalia. 

Furono usate "tecniche paramilitari ed armi pesanti". E fu seminato terrore. 

E' stata ora emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, dal gip di L’Aquila, Marco Billi, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di L’Aquila, a carico di 6 uomini,  rinchiusi in prigione.

Eseguite anche perquisizioni a carico di altri 23, tutti indagati nell’ambito dello stesso procedimento. 

I malviventi, incappucciati e con berretto, entrarono in azione intorno alle 20.30, imbracciando kalashnikov e pistole. Prima di prendere i soldi, bloccarono con tir e automobili, alcuni dei quali sono stati dati alle fiamme, le strade di accesso alla sede dell'istituto di vigilanza, che si trova nella zona commerciale di Sambuceto, in via Po. Una Jeep Renegade, con cui quattro di loro arrivarono, è stata bruciata davanti al cancello di Sicuritalia. Tutti i mezzi utilizzati erano stati rubati nel Foggiano.

I banditi avevano poi preso una ruspa e con la benna sfondato i muri dello stabile. Avevano anche esploso colpi su alcune vetrate, che sono state distrutte. Avevano creato un enorme squarcio da cui, tramite una scala, si erano infilati all'interno. Raggiunta la sala conta, dove, in ceste, viene accatastato il denaro, ne hanno preso a volontà.

L'assalto fu accompagnato e seguito dall'esplosione di numerosi colpi di arma da fuoco da parte del commando: una ventina i bossoli di kalashnikov rinvenuti.

L'area, per tutta la serata, fu segnata da fiamme, esplosioni e paura. Alcuni automobilisti, bloccati, furonio anche derubati.

In carcere sono finiti Alessandro Cirulli, 36 anni; Pietro Gervasio, di 45 e Francesco Carosiello,  di 36 tutti e tre di Cerignola; Ferdinando Piazzolla, di 36, di Canosa di Puglia, ma residente in provincia di Teramo e Massimo Galantucci, di 46 di Spinazzola, Antonio Frani, 42 anni, di Guardiagrele (Chieti).

L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip dell’Aquila, Marco Billi, su richiesta del pm Simonetta Ciccarelli della Procura Distrettuale Antimafia di L'Aquila. Nell’ambito della operazione che ha portato agli arresti sono state effettuate 23 perquisizioni, alcune delle quali eseguite a Pescara, Fossacesia e Lanciano (Ch), che hanno portato al sequestro di vario materiale che ora dovrà essere esaminato nel prosieguo delle indagini.

L'operazione ha "sfiorato" anche un dipendente della ex Sevel di Atessa (Ch), bloccato prima all'alba in fabbrica. L'operaio era già arrivato nello stabilimento del Ducato con alcuni colleghi quando è scattato il blitz. Elicottero sull'area e agenti in azione. Centinaia i lavoratori che hanno assistito alla scena. E' stato portato via, probabilmente per controlli.

I particolari dell’operazione sono stati resi noti a Chieti in una conferenza stampa tenuta dal questore Aurelio Montaruli; dal dirigente della seconda divisione del Servizio centrale operativo della Direzione centrale Anticrimine Marco Martino; dal dirigente della Squadra Mobile di Chieti, Nicoletta Giuliante, e dal dirigente della Squadra Mobile di Foggia, Marco Mastrangelo.

I reati contestati a tutti gli indagati, tutti con precedenti, sono quelli di rapina aggravata, blocco stradale, ricettazione, riciclaggio, incendio, detenzione e porto di armi, simulazione di reato tutti aggravati dal metodo mafioso di cui all’ articolo 416 bis 1 del codice penale.

L’operazione ha interessato le province di Chieti, Teramo, Pescara, Foggia, Bari, Barletta-Andria-Trani e Napoli, ed ha visto l’impiego di oltre 300 uomini della polizia, tra personale appartenente al Servizio centrale operativo, a squadre mobili, Reparti prevenzione crimine, alla Scientifica, ai Reparti volo di Pescara e Bari, alle Unità operative pronto intervento e ai cani antidroga ed antiesplosivo.

Gli arrestati sono nelle carceri di Chieti, Teramo, Foggia e Trani.

30 gen. 2024

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