Assalto armato alla villa dei D'Orsogna a Rocca San Giovanni. 'Per 40 minuti in balìa dei banditi'

In balìa di cinque banditi armati, per quello che è sembrato un interminabile lasso di tempo, i coniugi Valerio D’Orsogna, di Lanciano (Ch), e Luigia Bucci che lunedì sera hanno subito una rapina nella loro villa di Rocca San Giovanni (Ch), in contrada Scalzino.

Bottino mezzo milione di euro tra vari orologi Rolex, numerosi gioielli, borse firmate e qualche decina di migliaia di euro in contanti, tutto assicurato. Indagine complessa e difficile su cui stamani si è tenuto un vertice in Procura a Lanciano (Ch) tra il pm Elena Belvederesi e il maggiore Alfonso Venturi, comandante della compagnia carabinieri di Ortona, per fare il punto su quanto accaduto durante l’assalto nella villa della nota coppia dell’imprenditoria dolciaria.

Valerio D’Orsogna, 67 anni, irraggiungibile per due giorni al telefono, ai microfoni della Tgr Abruzzo, racconta i drammatici momenti vissuti: “Ci hanno chiesto di stare fermi e di collaborare, e anche noi abbiamo detto loro di stare calmi che avremmo messo a loro disposizione tutto quello che avevamo. Quindi li ho accompagnati nella zona notte. Poi mi hanno riportato giù sotto sorveglianza con la pistola in mano. Successivamente, per 40 minuti, ho sentito che giravano intorno alla casa e, all'interno, chiudevano e aprivano armadi. Sono stati molto tempo. Non ci hanno fatto del male. E’ stata una brutta avventura e, visti altri episodi di rapina anche con gente malmenata, ho messo tutto a disposizione.  Non abbiamo cassaforte nella nostra abitazione".

I carabinieri sono a caccia di riscontri attraverso i filmati delle telecamere della zona, che sono rare a dire il vero, oltre a quella del vicino casello della A14. Oltre ad avere due pistole e un piede di porco, i malviventi erano coperti da passamontagna. D’Orsogna ha molti dubbi su come la gang abbia potuto agire, dal momento che dispone di un sofisticato impianto di una decina di telecamere termiche. I furfanti otrebbero aver disturbato le frequenze oltre al fatto che hanno portato via l'hard disk con i dati, ormai usuale durante questo tipo di rapine.

"C’è stata l’interruzione per un’ora – aggiunge D’Orsogna - e sono preoccupato. Bisogna avere certezze: se un impianto si scollega, qualcuno deve attivare i soccorsi, visto che i nostri telefonini sono stati presi e buttati nel lavandino. Non ci ha cercato nessuno".

I banditi sapevano pure che il cane dei D’Orsogna esce dopo cena esce per fare i bisogni, tant’è che sono poi entrati dalla porta finestra rimasta socchiusa e si sono trovati in cucina. La coppia subito minacciata e ripulita. Una banda, qualcuno aveva l’accento dell’Est, che aveva ben pianificato e studiato come mettere a segno l’ingente colpo. 30 ott. 2024

WALTER BERGHELLA 

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Ha collaborato ANDREA FRANCO COLACIOPPO

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