ESCLUSIVO. Villa Santa Maria. A 99 anni apre ogni mattino il suo ambulatorio medico ed è viavai di pazienti
GUARDA LE FOTO

"Mio padre mi diceva che un medico non deve chiedere mai soldi, deve pensare prima di tutto ai pazienti. 'Se un medico è bravo - ripeteva - i soldi poi vengono da sé.  Se non hanno denaro per i famaci - aggiungeva - glieli devi pagare tu, per permettere loro di curarsi' ".

Antonio Castracane ha 99 anni. E' medico da sempre. Ed è figlio d'arte. E' nipote diretto del comandante della Brigata Maiella, Ettore Troilo.

Da 75 anni, ogni giorno, apre il suo ambulatorio in Via Roma 45 nel cuore di Villa Santa Maria (Ch). Allo studio ha adibito una parte della signorile abitazione familiare, con tanto di storica torretta difensiva. 

Alle 8 spalanca il portone e - provare per credere - comincia il viavai di pazienti. Che arrivano per lo più dalla Val di Sangro, ma anche da tutta la provincia di Chieti. Non c'è tempo per annoiarsi.

La spartana sala d'attesa racconta sprazzi della sua storia in camice bianco. Con riconoscimenti, che si mostrano dalle cornici, giunti da ogni dove. Dal Comune di Montelpiano (Ch), ad esempio, che ne sottolinea "la premura e la disponibilità" sempre avute, "l'abnegazione e lo spirito di sacrificio". "Incurante di qualsiasi difficoltà, - rimarca -, sempre pronto a svolgere l'attività sanitaria..., con elevata professionalità ed umana dedizione". Per questo gli ha conferito la cittadinanza onoraria.

Il Comune di Villa Santa Maria, il 15 dicembre '94, con il sindaco Salvatore Paolini, lo ringrazia, con un papiro, "per l'opera appassionata ed altamente professionale che hai assolto nel nostro paese in oltre 46 anni di ininterrotta attività"; per la "dedizione continua, notte e giorno, quando in questi piccoli centri dell'entroterra non c'era guardia medica, né consultorio, né poliambulatorio o gabinetto radiologico o laboratorio analisi. Quando il medico generico doveva per forza di cose a fare il pediatra, il ginecologo, il dentista, il chirurgo. Quando "il punto di medicazione" (come ricorda un'antica insegna ancora presente nella tua sala d'attesa) non significava "punto di smistamento" per l'ospedale. Quando quella del medico era considerata una vera missione".

Attestato di benemerenza, l'8 novembre 2002, dal Comune di Montebello sul Sangro (Ch) che evidenzia il suo "lungo ed encomiabile servizio, con sprezzo del pericolo, spirito di iniziativa, doti di altruismo, non comune senso del dovere" con i quali "ha assicurato, con la massima tempestività ed efficacia, le prestazioni mediche a lui richieste". 

E poi, fra tante, ecco l'onoreficenza conferita, il 21 maggio 2021, dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che lo ha nominato commendatore "al merito". 

"Ha seguito nonni, genitori, figli... intere generazioni - raccontano a Villa -. Tutti nella media Val di Sangro, prima o poi, sono ricorsi a lui per una diagnosi, per una cura, per guai ai denti e addirittura per un intervento di Pronto soccorso, anche complesso. La gente continua a fidarsi della sua abilità ed esperienza, anche perché supportate, nonostante l’età, da una ineguagliabile lucidità mentale. Non è raro vederlo tendere braccio e mostrare la sua mano ferma, senza il minimo tremolìo. Sempre pronto e disponibile, tuttora e fin dalla metà del 1900, quando gli ospedali erano l’ultima spiaggia, quando ecografi, risonanze e Tac non esistevano, quando gli specialisti erano troppo lontani da queste aree di montagna mal collegate".

"Il segreto - spiega Castracane - è ascoltare i pazienti. Farli parlare di se stessi". E lui lo fa. Poi visita, e visita meticolosamente, magari con lo stetoscopio di frassino ereditato dal padre Vincenzo (che era del 1895). Poi fa domande, cerca di comprendere; alla fine arrivano diagnosi e cura. "Difficile che sbagli, anche in assenza delle moderne tecnologie". Il suo orario di ambulatorio per oltre 60 anni, è stato 8- 11; a seguire, fino alle 13, si recava al domicilio degli assistiti per testare, almeno nei casi più seri, il divenire della situazione.

Neppure il Covid lo ha fermato: durante la pandemia ha svolto regolarmente visite e si è occupato delle urgenze e di qualsiasi necessità. Non ha mai indossato la mascherina, ma ha continuamente raccomandato il mantenimento della distanza di sicurezza e l'igiene delle mani. "Questo ha sempre significato, per lui, fare il medico. E noi - ribadiscono quanti lo conoscono - forse non abbiamo neppure compreso abbastanza quale fortuna sia stata per tutti".

"A proposito - riferisce un giornalista del posto - è molto significativo un  recente episodio che riassume la sua umanità ed immensa professionalità. Gli si presenta un trentenne che aveva interpellato, invano, fino a quel momento, vari specialisti, allo scopo di scoprire la causa di alcuni ricorrenti malesseri. E di una strana tosse che non gli dava mai tregua. Nessuno era riuscito a dargli risposte precise. Il nostro dottore lo fa sdraiare sul lettino, lo fa parlare e alla fine lo ausculta, prima con l’attrezzo di legno e poi direttamente con l’orecchio. Al termine: "Hai una malformazione cardiaca congenita e devi andare subito in questa clinica di Milano per l’intervento…”. Giunto nell’ospedale indicato e sottoposto, nel capoluogo lombardo, ad approfonditi accertamenti preliminari, il giovane si è trovato di fronte  un primario che gli ha chiesto il numero di telefono di quel medico ultranovantenne che, con una semplice visita, era riuscito a diagnosticare una patologia per la cui individuazione occorrono sofisticati esami con apparecchi ultramoderni. E' seguita la telefonata di congratulazioni a Castracane". 

"E' anticonformista, sportivo (ha giocato a calcetto fino a poche settimane fa), attento all'alimentazione...": lo descrive così il sindaco di Montelapiano, Arturo Scopino, che lo conosce da quando era in fasce. "All'occorrenza, - ricorda - effettuava interventi chirurgici, anche al cuore, agli arti... E se c'era richiesta, riceveva persino in piena notte, fatto che accade tuttora".

Lui sorride. "Sono diverse notti - conferma - che mi svegliano a ripetizione per emergenze. Coliche renali, dolori, malori... Non riposo, ma non posso rifiutare, né ignorare richieste di aiuto".

Negli armadietti ci sono pochi farmaci, gli strumenti del mestiere, quelli di una volta, come un vecchio forcipe da ostetrico. "Ho salvato diversi bambini con questo, che altrimenti sarebbero nati morti. Oggi sono uomini...", afferma orgoglioso. E fa alcuni nomi. E giù con aneddoti, quelli di una intera esistenza a servizio degli altri e per il lavoro, che per lui è essenziale, è linfa, come conferma anche la moglie Anna Ciccarelli. 

Sul suo tavolo ci sono "Dei Sepolcri", di Ugo Foscolo, e diversi quotidiani, che legge regolarmente, i cruciverba e il blocchetto delle ricette. Bussano. "Dotto' come sta oggi?", gli chiede una arzilla pensionata. "Beh - risponde - devo fare i conti con gli acciacchi e i capricci del mio fisico. Insomma...". "Speriamo che il Padretermo - butta lì la donna - le permetta di restare qui ancora per un bel pezzo. Perché abbiamo tanto bisogno di lei". 18 set. 2023

SERENA GIANNICO e VITO PAOLINI

@RIPRODUZIONE VIETATA

totale visualizzazioni: 36179

Condividi l'Articolo