Calcio. Pescara-Roma senza storia per i biancazzurri: l'analisi tattica
Pescara - Ennesima gara dal risultato scontato per il Delfino che si prepara a salutare la massima serie.
 
Di fronte invece una Roma che ancora ha piccolissime residue per il primato ma soprattutto sente il fiato del Napoli alle spalle e dovrà giocare al massimo per non inficiare la sua posizione in classifica che attualmente le permette di entrare direttamente in Champions League evitando fastidiosi e pericolosi preliminari. Due squadre con motivazioni contrapposte, alla fine prevarrà quella romana senza alcuna difficoltà.
 
Un Pescara agonizzante
Zeman schiera l’usuale finto 4-3-3 senza alcuna novità sostanziale. Un modulo, come già  apparso in altre gare, diventa giocoforza dopo 2 minuti di gara un 4-5-1 o un 4-4-2 in fase di non possesso. Gli input sono i seguenti: in fase difensiva, quando attaccano Salah ed El Shaarawi devono essere rispettivamente affrontati  da Biraghi  e Zampano e raddoppiati, ove possibile da Benali e Caprari. Tutti i componenti posizionati tassativamente sotto la linea del pallone, un pressing molto basso che parte nella zona di metà campo. Il tutto è finalizzato a chiudere  gli spazi all’avversario. Del calcio zemaniano non c’è una virgola, solo amnesie difensive e un centrocampo che, non appena cerca di attaccare viene sovrastato e non è minimamente in grado di riposizionarsi in transizione negativa. Tanti errori di palleggio e squilibri a tratti imbarazzanti. Muntari, Coulibaly e Memushaj non accennano, e probabilmente non dispongono neanche della  forza per rientrare  in copertura abbandonando  cosi la propria difesa contro i cecchini romani. A volte è sembrato di assistere ad una “partita ombra” un 11 contro 0 dei romani che muovono palla a piacimento e senza  alcuna controparte in campo. Le prime reti sono scaturite in azioni di ripartenza, transizioni positive applicate alla lettera dalla Roma, con Muntari e i colleghi di reparto oltre la linea del pallone. Tutto troppo facile per infilare l’incolpevole Fiorillo. In queste azioni va focalizzata la lettura della gara. Nel momento in cui gli abruzzesi si spingono in avanti e perdono  palla, gli avversari, si trovano  in netta superiorità numerica in fase offensiva e creano una miriade di azioni pericolose. Troppa differenza tra le due compagini, troppa distanza in ogni valore, tecnico, tattico e motivazionale.
 
La Roma passeggia sul velluto
Mister Spalletti, consapevole delle insidie di confrontarsi contro una squadra tranquilla e senza obiettivi, schiera la migliore formazione possibile. Rientra Emerson in difesa (si fa per dire), Strootman e Paredes al centro con Naiggolan dietro le tre punte. Sembra in campo un 4-2-3-1 ma in realtà per ampi tratti diventa un 3-3-1-3 con Salah ed El Sharaawi altissimi con alle spalle Nainggolan a giocare tra le linee,  pronto ad inserirsi o a suggerire per gli avanti o per i colleghi di reparto che spesso, a turno, tentano di insidiare la porta pescarese. Emerson in campo come finto terzino gioca costantemente in linea con Strootman e Paredes davanti alla difesa. Non a caso le migliori giocate si vedono quando Strootman e Paredes si allineano e Nainggolan si posiziona dietro i tre attaccanti. Opzioni di passaggio infinite che vanno a collimare con movimenti sincronizzati che portano alle quattro segnature e a numerose conclusioni. Da annotare come i movimenti senza palla degli incursori siano attuate in spazi e tempi perfetti. Oggi tutto è stato facile ma si è visto un impianto di gioco ben consolidato, un calcio offensivo ben strutturato e una fase difensiva accorta. Su quest’ultimo punto mi preme far notare che nel momento in cui si è reso necessario sia El Shaarawi sia Salah sono rientrati in fase difensiva rispettivamente su Biraghi e Zampano. Una squadra capace di fare “accademia” ma anche di essere incisiva e soprattutto con innumerevoli soluzioni di gioco.
 
Conclusioni
Una gara che è lo specchio di una stagione fallimentare mal decollata e atterrata nel peggiore dei modi. Un organico costruito in modo maldestro che si è giustamente privato  di Lapadula ma che non ha apportato adeguati rinforzi per competere nella massima serie. Non ha minimamente cercato di tenere Mandragora e Torreira a centrocampo. Per non parlare della campagna acquisti tardiva e fallimentare di gennaio. Una politica che probabilmente porterà al peggior record negativo di punti conquistati  in serie “A”, che ha prodotto una retrocessione con dieci giornate d’anticipo. Il comportamento della squadra e dei tecnici è certamente da biasimare ma le loro colpe sono minime e vanno ricercate altrove. Oggi si sente di nuovo di parlare di progettazione futura come venne fatto tre anni fa. Sarebbe meglio agire con i fatti e soprattutto con razionalità. Non era questa la stagione che avrebbe dovuto far capire come muoversi per il futuro ma ce ne sono state altre. Il termine progetto lasciamolo a chi davvero è in grado di applicarlo e di rispettarlo. Poco “chiacchiericcio” e, soprattutto, si cerchi di evitare errori commessi e ricommessi stando con i piedi per terra senza fare promesse che non potranno essere mantenute. È un 1-4 scontato e facile per la Roma: le reti 43′ Strootman, 44′ Nainggolan, 48′, 59′ Salah, 83′ Benali. 26 apr. ‘17
 

Le pagelle del Pescara: Fiorillo 6,- Biraghi 5,5 – Zampano 5,5 – Coda 5 – Bovo 5 – Muntari 5,5 – Coulibaly 5 –Bruno 5  Memushaj 5 – Caprari 5 – Bahabeck 6 – Verre 5,5 – Bruno 5,5- Benali 6

26 aprile 2017

Fabio Oggioni
 
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