Fossacesia. Stabilimento balneare... sull'acqua: partita raffica di esposti

Quattro esposti "per chiedere che sia fatta luce sul cantiere che sulla spiaggia di Fossacesia (Ch) ha gettato cemento sul bagnasciuga per i lavori di realizzazione di uno stabilimento balneare". 

A presentali, stamattina, diverse associazioni aderenti al coordinamento TuViVA, mentre la polemica, partita sui social, infuria  e dilaga. Gli atti sono stati inviati alla Procura di Lanciano ma anche alla Soprintendenza, al Comune di Fossacesia e alla Regione Abruzzo, enti che hanno autorizzato il fabbricato. Ma ad indagare ci sono già la Guardia di finanza e la Capitaneria di porto di Ortona (Ch), che fino a qualche giorno fa non sapeva neppure dell'esistenza della struttura, dato che i documenti relativi al progetto pare siano finiti alla Guardia costiera di Vasto, che non è competente sul territorio. 

Il complesso sta nascendo praticamente... sull'acqua. Gli ambientalisti ricordano che la legge obbliga a mantenere "per 365 giorni all'anno, libera una fascia di cinque metri dal bagnasciuga per permettere il transito a cittadini e a mezzi di soccorso".
"Qui, invece, - si spiega in una nota - le onde si frangono direttamente sul cantiere, con immagini inequivocabili. Inoltre - viene aggiunto - il Piano paesistico impone di usare sulla spiaggia materiale facilmente amovibile e non certo calcestruzzo e fondazioni profonde metri, come si evince dalle immagini. Il Piano del demanio del Comune di Fossacesia impone una distanza dal mare alle strutture di 25 metri".

Negli esposti "si chiede altresì di verificare se è stata svolta la procedura di Valutazione di incidenza ambientale essendo il cantiere a soli 50 metri dal Sito di interesse comunitario della Foce del Sangro, a testimonianza del valore naturalistico e paesaggistico della zona. La Valutazione è obbligatoria anche per opere esterne al Sic che però possono creare effetti negativi come, ad esempio, il disturbo causato dal rumore alle diverse specie".

Infine si chiede di verificare "la correttezza e la legittimità delle eventuali autorizzazioni rilasciate e, in caso di sopraggiunte variazioni della linea di costa e dello stato di fatto, se queste siano state comunicate dall'impresa e dal direttore dei lavori, ma anche dal titolare del complesso, agli enti per il necessario riesame della pratica". 
"In ogni caso - viene sentenziato - è assurdo: dopo decenni passati a parlare di turismo sostenibile, come si legge all'inizio di tutti i piani demaniali, ci troviamo ancora a dover combattere il fioccare di cemento sulle spiagge".  10 feb. 2021

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