Dalla Val di Sangro alla Costa dei Trabocchi: tutti i danni dei roghi. Inchieste per incendio doloso

Le fiamme che percorrono decine e decine di chilometri, che inceneriscono e avanzano spaventose: agosto debutta mettendo a dura prova la Val di Sangro e la Costa dei Trabocchi. Ieri il disastro, oggi cenere e focolai sparsi qui e lì e canadair in azione tutto il giorno. 

All’alba del giorno dopo, i sindaci di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio; di Rocca San Giovanni, Giovanni Enzo Di Rito; il vice sindaco di Mozzagrogna, Giovanni Rapino; i primi cittadini di Torino di Sangro, Nino Di Fonso e di Santa Maria Imbaro, Maria Giulia Di Nunzio, contano i danni. E lo fanno con il prefetto di Chieti, Armando Forgione, che, dopo essersi recato a Ortona, anch'essa devastata dai roghi, è giunto a Fossacesia, assieme al colonnello Alceo Greco, comandante provinciale dei carabinieri di Chieti; al comandante della compagnia dei carabinieri di Ortona, Luigi Grella e a quello di Fossacesia, Michele Cefaratti. Per l'Anas c'era Enzo Di Vittorio.

L'emergenza a Fossacesia. "Abbiamo avuto il problema dell'autostrada, nei pressi dell'uscita di Val di Sangro, che è stata chiusa, come pure quella di Lanciano - racconta Di Giuseppantonio -: si era, ad un certo punto, creata una fila di svariati chilometri di auto con il fuoco che faceva capolino vicino alle carreggiate e le persone che erano nel panico e che cercavano di fuggire, andando persino in senso contrario. Contestualmente sono state colpite alcune aziende ubicate attorno all’A14 e altre vicino alla statale 16 Adriatica, che si sono viste letteralmente circondate dal fuoco. Ancora più preoccupante è stato il momento in cui le fiamme sono arrivate sino a dietro Baya Verde, struttura ricettiva presente sul Lungomare vicino alla spiaggia che a quell’ora era particolarmente gremita. Da lì, a causa di scintille impazzite, sono bruciati alcuni ombrelloni dello stabilimento "Supporter Beach"". Qui il titolare, Donato di Campli, aiutato dai suoi collaboratori, è intervenuto subito con estintore e tubi. Fa ancora presente Di Giuseppantonio: "E' stato un miracolo se nessuno si è fatto male e, ancor peggio, abbia perso la vita, perché le fiamme potevano invadere anche la pista ciclabile, con enorme pericolo per le abitazioni prospicienti".

Fuoco anche nei pressi della stazione ferroviaria, con l'interruzione del traffico dei treni che si è protratto fino ad oggi. Nello scalo per diverse ore sono rimasti viaggiatori che hanno avuto assistenza da parte del Comune di Fossacesia, grazie ai volontari della Protezione civile. Chiusa, per motivi di sicurezza, pure la Fondovalle Sangro. Un rimessaggio barche è stato incenerito. Scampato al pericolo il capannone di prodotti ittici "Pescheria l’Acquario", sulla provinciale Pedemontana. Lì il fuoco ha lambito il muro di cinta della struttura. Al lavoro, per arrestare l’avanzata delle fiamme, il titolare Giuseppe Luciani, con dipendenti e componenti della famiglia.

Il disastro di Rocca. Lingue di fuoco ovunque sul litorale, con scarsi mezzi e uomini a fronteggiarle. "La Pinetina - attacca Di Rito – è stata incenerita: hanno distrutto (vedi foto) il polmone verde della Costa dei Trabocchi, area Sic, riserva naturale fra le più belle d’Abruzzo. Quando è stato dato l’allarme, in contrada Vallevò, intorno alle 14, sono subito stati allertati i soccorsi che purtroppo però erano impegnati altrove e quindi non sono riusciti a giungere in tempo per arginare il disastro". Le prime autobotti sono giunte due ore e mezza più tardi quando fiamme alte decine di metri e fumo minacciavano case, divoravano cavi elettrici e macchia mediterranea, facevano scappare i turisti, rendevano impraticabile la statale 16, anch'essa chiusa a tratti; obbligava i residenti a lasciare le proprie abitazioni; si avvicinava persino a qualche trabocco. "Ho emesso l’ordinanza di sgombero della spiaggia in località Foce - prosegue Di Rito - piena di gente a quell’ora, atto necessario perché purtroppo le fiamme sono arrivate fino al mare". A rischio pure la pista ciclopedonale. "I danni sono immani, credo che il mio sia stato uno dei comuni maggiormente colpiti da questa tragedia, con ettari ed ettari di terreno ingoiati dalle fiamme. Con coltivazioni agricole, anche di pregio, che non esistono più".

La battaglia di Torino di Sangro. "Combattiamo con gli incendi da martedì scorso – commenta Di Fonso – e abbiamo cercato con le poche risorse disponibili di far fronte alla situazione, ma non è possibile, così come non è possibile che si pensi di dirottare tutto il traffico autostradale sulla statale 16 che non è nelle condizioni di poter sostenere, in sicurezza, un tale afflusso di mezzi". 

Il fuoco a Mozzagrogna. Danni pure a Mozzagrogna, da dove è partito un incendio nell’area sottostante il "Castello di Septe", dove tra l’altro si stava festeggiando un matrimonio. Il vento bollente africano, che ha portato a sfiorare i 40 gradi, ha spinto le fiamme lato mare, con conseguenze drammatiche. L'azienda europet, di Fabrizio Petronti e Nicoletta Finoli, ha riportato pesanti danni a mezzi e capannoni.

A Santa Maria Imbaro sono stati colpiti alcuni terreni, anche vicini alle abitazioni. Nella bassa Val di Sangro colture ingoiate dal fuoco.

I roghi ad Ortona. Ad Ortona colpite diverse contrade, Villa Grande, San Donato, Acquabella, Santa Lucia Ciampino, Torre de Pittis, con i cittadini scesi in campo per bloccare le fiamme, con mezzi agricoli, tubi e secchi. Ha destato particolare apprensione un incendio di sterpaglie in contrada Peticcio, a ridosso del deposito Eni, elemento sensibile. Per questo la strada provinciale Ortona-Riccio è stata chiusa al traffico con al lavoro squadre dell'Eni, squadre antincendio della Servimar, carabinieri e polizia locale e prefetto. Hanno dovuto lasciare le abitazioni alcuni residenti nelle zone del cimitero e di via Roma, e chi non ha trovato sistemazione presso parenti o amici, è stato accolto nel Centro operativo comunale, allestito al palasport e gestito dalla Croce Rossa, dove hanno trovato riparo gli ospiti di diversi camping. Messi in salvo i cani del canile municipale, con fiamme giunte a 300 metri dalla struttura. "Colpita irrimediabilmente, per il lungo tempo che sarà necessario ad un recupero solo parziale, -  dichiara Adele Garzarella, geologa, presidente della Sezione Abruzzo della Società Italiana di Geologia Ambientale (Sigea) - ecosistemi di inestimabile e irripetibile valore ambientale ed ecologico, come la Riserva naturale Punta dell'Acquabella di Ortona, che proprio recentemente era stata al centro di interventi migliorativi per la fruibilità dei visitatori".

"I sindaci lasciati soli a gestire l'emergenza - denuncia il primo cittadino di Casalbordino, Filippo Marinucci. Ringrazio i vigili del fuoco che con una squadra ha combattuto contro un fronte di fuoco di tre chilometri e mezzo". Qui si è temuto il peggio quando un’autobotte dei pompieri è stata divorata dalle fiamme.

A Vasto evacuato, in via precauzionale, il parco di divertimenti "Aqualand", mentre di notte, un incendio innescato da fuochi d'artificio, ha interessato il costone sottostante Belvedere Romani. 

"I roghi, essendo scoppiati simultaneamente, - afferma Ernesto Graziani, sindaco di Paglieta - sono d’origine dolosa. Quanto accaduto è un danno enorme e le ferite resteranno visibili per decenni. Sulla provinciale Guastacconcio non ho esitato a mandare il mezzo del Comune per liberarla. Qui la Protezione civile ha funzionato e i contadini pure: ognuno ha cercato di difendere il proprio terreno. Hanno aperto le bocchette dell’impianto d’irrigazione della Bonifica, hanno messo in funzione cisterne, trattori. Certo, le istituzioni, dopo tagli su tagli al sistema d’emergenza, ora ne pagano le conseguenze".

"Ciò a cui ho assistito è devastante - commenta il prefetto Forgione -. Ci sono danni ovunque. Abbiamo cercato in tutti i modi di coordinare al meglio le operazioni. Fermo restando che adesso le indagini faranno il loro corso, la questione però è un'altra, ossia l’assoluta necessità di mettere sin da subito in campo azioni mirate a prevenire queste situazioni. E’ necessario infatti rafforzare l’organico dei vigili del fuoco, troppo esiguo rispetto alle emergenze che stiamo vivendo; allo stesso tempo è fondamentale rafforzare anche le fila della Protezione civile e per far questo è necessario anche che i Comuni si consorzino. Elevare le multe a carico di chi non pulisce i terreni".

Gli incendi sono per la maggior parte di origine dolosa. Fascicoli, per questo, sono stati aperti in diverse Procure, tra cui quella di Lanciano, e ci sono indagini in corso. 02 ago. 2021

Serena Giannico e Linda Caravaggio

@RIPRODUZIONE VIETATA

Foto Andrea Franco Colacioppo

totale visualizzazioni: 10037

Condividi l'Articolo