Omicidio Torino di Sangro. Indagini chiuse: Luisa Ciarelli morì per una torsione del collo

Sì, lui l'ha colpita 5 o 6 volte alla testa con un ciocco di legno. Ma non è morta per questo Luisa Ciarelli, 65 anni, di Torino di Sangro (Ch), uccisa il 29 novembre dello scorso anno dal marito Domenico Giannichi, di 69 anni.

Il decesso della donna è avvenuto a causa di una "sublussazione rotatoria atlanto-epistrofea", cioè per una torsione del collo che le ha causato una lesione midollare con conseguente arresto cardio-circolatorio. E' quanto emerge dall'autopsia, i cui risultati sono stati depositati di recente dal medico legale Cristian D'Ovidio. E, di questi giorni, è anche l'avviso di chiusura delle indagini preliminari da parte della Procura di Vasto, in particolare della pm Gabriella De Lucia. All'imputato, che ha subito confessato, si contesta l'omicidio volontario, aggravato dal fatto di aver ammazzato il coniuge e dai futili motivi. 

La coppia, residente in contrada Montesecco di Torino di Sangro, quel giorno era uscita per fare la spesa. A poche centinaia di metri dalla propria villa, in una zona di querce e vigneti, durante una furibonda lite, lui l'ha aggredita con ferocia, fino a spaccarle il capo con pezzi di legna raccolti nel bosco e sequestrati dai carabinieri del Reparto scientifico, perché pieni di sangue. 

Pare che lei lo stesse rimproverando perché guidava. Lui non lo sopportava e quel giorno, quando la donna ha ricominciato a fare storie, si è imbestialito. Lei, sentendosi minacciata, è scesa dalla macchina nel tentativo di mettersi in salvo, scappando nei campi attigui. Tutto è finito in una manciata di minuti. Al supermercato non sono mai arrivati.

Ora, secondo l'accusa, lui l'avrebbe finita torcendole il collo. Ma il legale del pensionato, l'avvocato Alberto Paone di Lanciano, è di tutt'altro avviso. E presto depositerà memorie, documenti, investigazioni difensive. Inoltre,  anche da una perizia, eseguita dallo psichiatra Danilo Montinaro, di Lanciano, chiede il riconoscimento del vizio parziale di mente. Perché pare che l'uomo già in precedenza, a causa di una malattia che gli era stata diagnosticata, avesse disturbi. Il difensore, nell'ennesima istanza presentata, evidenzia anche che le condizioni attuali di Giannichi non sono compatibili con il regime carcerario a cui è sottoposto ormai da un anno.  06 dic. 2020

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