A due mesi dalla sua orribile morte, Michele Faiers, inglese di 66 anni, uccisa con nove coltellate alla schiena e torace dal convivente Michael Whitbread, 74 anni, adesso riposa in pace. Lo scorso lunedì mattina al cimitero di Casoli si è svolta la cerimonia molto intima e discreta della sua tumulazione.
Erano presenti le due figlie, su tre, Sara, di 37 anni, e Harriet, di 28, oltre a una trentina di connazionali residenti a Casoli e nella confinante Palombaro. Si è pregato per un’oretta sulla bara di Michele, dove è stata poggiata una sua foto, poi la tumulazione. Il sindaco di Casoli, Massimo Tiberini, che già aveva accolto le figlie della vittima, lo scorso 1° dicembre, si era subito messo a disposizione per ogni necessità, anche per gli adempimenti amministrativi per la concessione di un loculo.
L’ultimo saluto alla sfortunata Michele è stato prima del Natale con una cerimonia intima ma molto dolorosa per come ha perso la vita, lei che tutti ricordano come una donna piena di interessi e sempre sorridente. Sono due mesi che Michele è stata barbaramente uccisa tra la notte tra il 28 e 29 novembre. Il suo cadavere è rimasto per tre giorni nel casolare acquistato tre anni fa in contrada Verratti di Casoli, col cadavere scoperto il 1° novembre dalla sua amica Petrina, residente a Palombaro, preoccupata perchè Michele non rispondeva al telefono da giorni.
Dal casolare era precipitosamente scomparso il suo compagno Michael che aveva fatto rientro in Inghilterra a bordo della sua Jeep Compass. L’uomo era stato arrestato 1° novembre, giorno in cui è stato scoperto il cadavere. E’ stato bloccato dalla polizia in casa della figlia a Shepshed, nel Leicestershire. Da allora è agli arresti con una richiesta di estradizione avanzata dal procuratore capo di Lanciano Mirvana Di Serio. L’ultima udienza è stata fatta il 7 dicembre davanti alla Westminster Magistrate's Court. Aveva chiesto di uscire su cauzione ma l’udienza è stata aggiornata a gennaio.
L’uomo è difeso d’ ufficio dall’avvocato Massimiliano Sichetti che potrebbe essere chiamato a testimoniare. Poi il 26 febbraio c’è l’udienza per dibattere dell’estradizione. L’indagato nega l’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal rapporto sentimentale e ha rifiutato l’estradizione. Quanto alle indagini il procuratore ha fissato al 3 gennaio il conferimento della perizia su due telefoni, un tablet e vari dispositivi informatici sequestrati dai carabinieri nel casolare. Incarico affidato al consulente Cristian Franciosi. Gli inquirenti cercano elementi per ricostruire la loro relazione e come negli ultimi tempi questa fosse degenerata. 27 dic. 2023
WALTER BERGHELLA
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