"Come fa a sostenere che l'imputato era incapace di intendere e volere il giorno dell'omicidio? Sulla base di quali dati oggettivi?"

Tensione alle stelle. E la Corte di Assise di Lanciano (Ch), dopo una lunga mattinata di discussioni, dispone una nuova perizia, stavolta collegiale, con tre esperti e con incarico che sarà dato il prossimo 14 luglio, per stabilire la capacità di intendere e di volere, di poter presenziare al processo e sulla pericolosità sociale di Amleto Petrosemolo, 71 anni, di Lanciano, accusato di aver ammazzato, per futili motivi, l’ex imbianchino, artista, pittore e chitarrista Francesco De Florio De Grandis, 72 anni, sempre di Lanciano, noto come Ciccillo.

Il delitto è avvenuto il 13 febbraio 2022 in via Cipollone a Lanciano. Petrosemolo, difeso dall’avvocato Domenico Cianfrone, ha scaricato alle spalle di Ciccillo, che era appena uscito da casa, 13 colpi di pistola, 4 dei quali lo hanno colpito: letale il proiettile alla cervicale. La vittima stava andando a messa in cattedrale ed aveva appena varcato il portone del condominio, al civico 16/B, dove vive anche l’imputato, sullo stesso pianerottolo e porta d’ingresso di fronte.

"Parlava male di me, mi assillava e molestava quando gli passavo davanti", si è sempre giustificato Petrosemolo, reo confesso, cercando di fornire un movente alla tragedia. La Corte d’ Assise, presieduta dal giudice Giovanni Nappi, giudice a latere Maria Teresa Pesca, più sei giudici popolari, non ritiene valide e convincenti le conclusioni della perizia, discussa in aula, affidata alla psichiatra forense Dorotry Carlesi, che ha concluso che l’imputato non era capace di intendere e di volere al momento del fatto, che non è in grado di stare in giudizio e che va ritenuto socialmente pericoloso. Consulenza contestata dal pm Serena Rossi e dall’avvocato di parte civile Fabio Palermo, con forti dubbi insorti anche nei giudici. I togati, tensione tra loro, chiedono persino se Petrosemolo abbia messo su una strategia processuale a un anno e mezzo di distanza dal delitto.

Lui, rinchiuso in prigione, è stato sentito due volte dietro le sbarre, quattro ore totali, dalla psichiatra, alla quale invece ha negato le responsabilità. Il pm Rossi, che già nella fase preliminare ha avuto contrasti col presidente Nappi, alla fine chiede e ottiene una nuova perizia collegiale, diversamente c’era il rischio di decidere sull’impunibilità dell’accusato. “Perizia carente su molti punti – tuona la pubblica accusa – con conclusioni opinabili e superficiali. Petrosemolo ha progettato l'omicidio, non è stupido è intelligente. E poi, dal 2014, ha un porto d'armi per fini sportivi. Come potrebbero averglielo rilasciato e confermato avendo problemi mentali?”

L'udienza dva avanti per quasi 4 ore, senza che si apra il dibattimento, solo per chiudere l’aspetto d’indagine con l’escussione della psichiatra che fornisce un quadro dell’imputato di disturbo delirante che andrebbe avanti da quasi 20 anni. L’imputato, che è presente all'udienza, chiede di ricusare il pm e annuncia che a giorni nominerà un nuovo difensore, il 15esimo finora... 23 giu. 2023

WALTER BERGHELLA  

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