La diffusione del batterio è stata scoperta a metà settembre, a seguito di alcuni malori. E di ricoveri in ospedale per problemi respiratori. Alcuni pazienti sono finiti in Rianimazione. Dopo i primi casi, ne sono stati accertati ben nove, concentrati tra le contrade Fonte Grande, Villa Rogatti, Caldari e Gagliarda.
Il 13 ottobre la prima vittima, una donna di 61 anni, già malata e che è finita in Terapia intensiva. Il 27 ottobre c'è stato il secondo decesso: si tratta di un 77enne, che abitava a Villa Rogatti e che, alla fine, è anche risultato positivo al Covid-19. L'altro ieri, 30 ottobre, il ottobre, il batterio ha ucciso anche un 76enne, residente nel quartiere di Fonte Grande. Si è spento all'ospedale di Pescara dove era ricoverato.
Sulla questione è in corso un'indagine epidemiologica, attivata dalla da Asl, in collaborazione con l'Arta (Agenzia regionale per la tutela ambientale) e l'Istituto superiore di sanità. I primi iniziali sospetti sono caduti sull'acqua potabile. Ci sono stati prelievi nelle case e nei serbatoi, ma dopo verifiche, è stato escluso che il contagio sia avvenuto tramite la rete idrica, gestita dalla Sasi. Le analisi su sorgenti e nelle condotte hanno dato esito negativo: non è da lì che è arrivato il bacillo, di cui non c'è traccia neppure nelle abitazioni.
L’Istituto superiore di sanità ha inviato una equipe medica specializzata in legionellosi. E la questione, che sta preoccupando molto i cittadini, è anche approdata in Consiglio comunale.
Dai primi risultati, non ancora ufficiali, degli accertamenti dell'Iss, che ha monitorato alcuni stabilimenti industriali della zona interessata, tracce di legionella sarebbero state trovate nella torre di raffreddamento di un’azienda. 01 nov. 2020
@RIPRODUZIONE VIETATA