Lanciano. Morì schiacciato in Sevel mentre lavorava. Prosciolti dall'inchiesta i vertici aziendali

Posizione prima stralciata dalla Procura di Lanciano (Ch) ed ora archiviata dal giudice delle indagini preliminari in camera di consiglio quella della Sevel di Atessa (Ch) sul tragico incidente sul lavoro dello scorso 3 gennaio.

Nel reparto Lastratura è morto l'operaio esterno Cristian Terilli, 28 anni, di Pignataro Interamna (Frosinone), rimasto schiacciato dal crollo di un impianto robotico. Il giovne avrebbe compiuto 29 anni lo scorso luglio; ha lasciato la moglie Michela e due bimbi, una femmina di 6 anni e un maschietto di 2. I rispettivi responsabili aziendali e della sicurezza di Fca-Sevel Angelo Coppola e Aleandro Oviedo Martin sono ora usciti dall’inchiesta. E' stata ritenuta l’assoluta estranietà ai fatti da parte dell’azienda sul drammatico evento. Durante l’indagine il gruppo Fca ha collaborato con gli inquirenti. In quel periodo, per le festività natalizie, lo stabilimento del Ducato era chiuso e si faceva manutenzione.

Dei sei indagati totali, accusati di omicidio colposo, c’erano poi due responsabili della Comau di Torino, azienda della galassia Fca, che aveva vinto l’appalto di manutenzione, ed altri due dirigenti della Sinergia di Cassino, con sede legale a Napoli, che aveva ottenuto il sub appalto e per la quale Terilli lavorava. A fine accertamenti è stato prosciolto anche un dirigente Comau, mentre l'altro ha chiesto di essere interrogato.

Il pm Serena Rossi ha emesso l'avviso di chiusura indagine e la richiesta di rinvio a giudizio per i dirigenti della  Sinergia. Le parti presenteranno memorie difensive. In pratica l’inchiesta ha avuto nel finale tre differenti posizioni stralcio per chiarire chi non avesse svolto attività di controllo. Per la perizia tecnica il pm si è avvalso degli esperti romani Rodolfo Fugger, ingegnere, e Alfredo Ripanucci.

Per effetto della sciagura Sevel ha avuto la produzione bloccata per 24 giorni. Ma verificare quanto realmente accaduto, soprattutto le presunte responsabilità,  era cosa doverosa e necessaria. Ad uccidere il giovane padre di famiglia è stato il crollo del pesantissimo castelletto di traslazione che supporta le fiancate del furgone Ducato e che gli è finito sulla schiena. Una fine orribile. Il carico gli ha fratturato la 12esima vertebra dorsale e causato la rottura dell’aorta che ha portato allo choc emorragico acuto. Un decesso rapidissimo, ha poi accertato l’autopsia effettuata dal medico legale Domenico Angelucci.  17 nov. 2020

Walter Berghella

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