Palazzo Novecento a Lanciano (Ch) e le infinite azioni giudiziarie. Il Tribunale civile ordinario, giudice Chiara D’Alfonso, ha dichiarato il difetto di giurisdizione sul ricorso contro il Comune, presentato dalla Dnd Immobiliare srl e dal socio Antonio Di Ciano, che invece essere è di competenza amministrativa, ovvero avrebbe dovuto occuparsene il Tar.
Comune risarcito di 10.343 euro più altri rimborsi forfettari e di giudizio. Al Comune, che ha acquisito al suo patrimonio lo stabile, salvato dalla demolizione e con 10 famiglie sloggiate, si chiedevano danni totali per 3 milioni e mezzo. Nel 2000 gli appartamenti e garage erano stati venduti e muniti di regolari certificati di abitabilità. Il ricorso civile parte dal principio del contratto sociale qualificato. In pratica la Dnd si è fidata delle decisioni adottate dal Comune. Società e soci si erano accollati fidejussioni bancarie, avendo fatto pieno e incondizionato affidamento alle scelte delle amministrazioni municipali, oltre ai permessi delle autorità competenti. Le sole azioni risarcitorie agli inquilini ammontano a 800 mila euro.
Sullo scandalo edilizio di Palazzo Novecento, in via Cesare de Titta, il Comune di Lanciano è stato chiamato in causa, con un risarcimento danni di 2 milioni e 800 mila euro, dall’immobiliare Dnd, rappresentata da Sebastiano Nasuti, patrocinata dall’avvocato Alessandro Troilo. Poi ci sono altri 700 mila euro. Vicenda clamorosa e ultra nota dopo che il Consiglio di Stato aveva deciso l’abbattimento dell’immobile per irregolarità edilizie. L'edificio successivamente, grazie all’articolo 31 del testo unico dell’Urbanistica, è finito nelle mani del Comune che vi ospiterà vari uffici e assessorati.
Si è risparmiato in tal modo 330 mila euro di costi di abbattimento e ora pure 90 mila euro di affitto anno per gli uffici che nel 2021 vi saranno trasferiti. Vent’anni di contenziosi, a partire dal 1998, che adesso aveva avuto un clamoroso ed imprevisto risvolto chiamando in causa direttamente il Comune che ha fornito, con ben tre amministrazioni, i permessi edilizi a costruire, passando due volte alla Commissione edilizia e poi al Consiglio comunale. Nel 2000 venduti gli appartamenti, tutto doveva essere stato regolare. I danni richiesti consistevano sia nelle perdite subite che nel mancato guadagno. Oltre alle azioni risarcitorie degli inquilini c’è stata pure la svendita della villa, a monte del medesimo contestato palazzo, che valeva un milione 335 mila euro ed è stata ceduta all’asta a quasi mezzo milione di euro. 16 dic. 2020
Walter Berghella
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Nelle foto Palazzo Novecento. Immagini di Andrea Franco Colacioppo