E' stata realizzata male, in un posto in cui probabilmente non avrebbe dovuto essere costruita. E' pericolosa e insicura, ma nessuno ha colpa di tutto ciò.
Il gip di Lanciano, Massimo Canosa, ha definitivamente archiviato l’inchiesta, durata quattro anni e con tre proroghe, sulla realizzazione della pista ciclopedonale di via del Mare, a Lanciano (Ch). La magistratura si era mossa su denuncia di Ascom Abruzzo. Con l’ultima proproga il procuratore, Mirvana Di Serio, aveva di nuovo chiesto l’archiviazione per il reato di falsità ideologica.
Accogliendo la richiesta, il giudice ha osservato che il reato di falso, contestato a quattro tecnici, tra cui il collaudatore, non avrebbe retto in un eventuale processo, anche perché i difensori hanno fatto una ricostruzione normativa diversa da quella, meramente amministrativa, fatta dal perito del procuratore.
Il gip ha poi rimarcato i gravissimi profili di pericolosità della ciclopedonale e le esigenze della circolazione stradale. Sulla ciclopedonale, lunga un chilometro e costata 1,1 milioni di euro, ci sono 33 attraversamenti.
Tra le criticità rilevate c'è l’insufficiente visuale che hanno gli automobilisti che devono immettersi su via del Mare e che devono invadere la pista ciclabile poste sullo stesso lato della strada. Il giudice ha osservato nel finale che i gravi profili di insicurezza complessiva possono fondare una possibile corresponsabilità in caso di incidenti stradali che potranno accadere sulla pista, a ragione della pericolosità, da parte di chi ne ha deliberato la realizzazione.
Una lunga battaglia di Ascom, col presidente Angelo Allegrino e l’avvocato Quirino Ciccocioppo, che si era opposta all’archiviazione ed è ora delusa dall’esito processuale. In via del Mare residenti e commercianti hanno raccolto 2.800 firme per eliminare la ciclopedonale visto che gli incassi delle attività erano scesi del 50% e molti hanno chiuso. 21 mar. 2024
WALTER BERGHELLA
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