Omicidio D'Eliseo. Di Nunzio respinge le accuse: 'Non c'entro con la morte di mia moglie'

"E' fermo sulle sue posizioni. Non ha mai vacillato".

Ha risposto alle domande Aldo Rodolfo Di Nunzio, 71 anni, di Lanciano, accusato di aver strangolato la moglie, Anna Maria D'Eliseo, 60 anni, nella cantina-rimessa interna alla propria villa di località Iconicella a Lanciano (Ch). Avrebbe usato un cavo elettrico per ammazzarla, stando ai riscontri della magistratura e dei carabinieri.

L'ispettore in pensione dei vigili del fuoco questa mattina è stato interrogato in prigione, nella casa circondariale di Lanciano che, beffa del destino, rimane a poche centinaia di metri dalla sua abitazione.

Ad ascoltarlo, in carcere, il procuratore Mirvana Di Serio e il sostituto Fabiana Rapino, che stanno seguendo il caso, oltre al gip Massimo Canosa. L'arresto dell'uomo l'11 gennaio e oggi l'interrogatorio, iniziato poco dopo le 9 e terminato alle 10.30. "Ha risposto a tutte le domande", spiega all'uscita dal carcere l'avvocato Silvia De Santis, del foro dell'Aquila, che lo assiste.

"Lui - ribadisce - è molto provato da questa situazione. E inoltre soffre molto il freddo. Anche stavolta ha ribadito ciò che ha sempre sostenuto". E cioè che nulla c'entra con la drammatica fine della moglie che, stando a suo dire, si è impiccata. Lei fu rinvenuta senza vita in quel garage il 15 luglio 2022. L'indagato ha ripetutamente dichiarato di non aver ucciso la moglie, ma di averla trovata, di rientro in quella mattinata afosa, appesa al soffitto, con una scala accanto, e di averla tirata giù, tentando di salvarla. Non è stato mai creduto. Già quella stessa sera si parlò di fermo per l'uomo che però non venne eseguito.

Di Nunzio fu denunciato a piede libero e rispedito a casa, dove ha continuato a lavorare i campi, una sua passione. Dopo un anno e mezzo di verifiche e di prove e perizie, nelle quali persino una ragnatela su una pignatta è stata passata al setaccio, è finito in cella. Per due volte - prima dal gip di Lanciano, poi dal Tribunale del Riesame dell'Aquila - era stata rigettata la richiesta di custodia cautelare. Ad incastrarlo, alla fine, è arrivata la registrazione audio di una telecamera installata in giardino, non lontano dal punto dove la donna è deceduta, che racchiude gli ultimi momenti di lei e le sue ultime parole: "Lasciami, lasciami...". Poi il silenzio. Quest'ultima prova non lascerebbe spazio ad alcun equivoco. O ad altra interpretazione. Il suo legale ha chiesto che  torni in libertà. Adesso bisogna attendere la decisione del giudice. 15 gen. 2024

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