Un caso di coronavirus alla Sevel di Atessa (Ch).
I responsabili del Servizio di prevenzione e protezione (Rspp) dell'azienda hanno comunicato ai sindacati, tramite i rappresentanti della sicurezza (Rls), di aver ricevuto, questa mattina, l'ufficialità di un caso di Covid-19 nello stabilimento del Ducato.
Il lavoratore è del turno di notte, Ute 1 (Unità tecnologica elementare) Montaggio. E' stato lo stesso dipendente, di Lanciano (Ch), che non si è presentato in fabbrica, ad avvisare i vertici aziendali, della propria positività. E, subito, prima dell'arrivo della comunicazione ufficiale da parte della Asl, sono stati attivati i protocolli anti-contagio previsti nei vari decreti emanati in questi mesi dal Governo.
Le officine sono state sanificate, pare già da ieri, e la disinfezione è scattata, durante la pausa mensa, nell'area dove il lavoratore svolge generalmente la propria attività: opera da solo nel raggio di circa 5 metri.
Nella ricostruzione della filiera dei "contatti stretti" è emerso che l'uomo viaggia in macchina, ogni giorno, per arrivare in Val di Sangro, con un altro operaio "del settore "Finizione" e che, "nel tragitto casa/lavoro e viceversa, non indossano la mascherina". Quindi anche il collega è stato allertato "con tutta la relativa procedura del caso".
"In Sevel - dice Nicola Manzi, Uilm Chieti-Pescara -, vigono, dalla ripresa della produzione, a maggio, dopo il lockdown, regole ferree. Le norme anti Covid-19 vengono applicate in maniera rigida. E, anche in questo caso, ancor prima dell'intervento delle autorità sanitarie, si è provveduto a sanificare i luoghi e ad adottare le misure necessarie ad evitare che l'infezione si propaghi. Buone patriche che altre aziende, invece, non applicano".
Nelle scorse settimane dalla direzione sono partite anche lettere di richiamo e provvedimenti disciplinari nei confronti di dipendenti notati con la mascherina abbassata. 19 ott. 2020
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