"Abbiamo pensato prima alla salute dei cittadini. Al Governo chiedo solo di non farci vivere così, come figli di un Dio minore, di non frenare decisioni che salvano vite umane per paura che non vi siano le coperture economiche per i risarcimenti". Lo dice il presidente Marco Marsilio, dopo aver dichiarato il lockdown per l'Abruzzo, da domani 18 novembre, con le scuole che rimarranno aperte.
"Se avessimo ragionato con furbizia - afferma - avremmo potuto aspettare fino a venerdì, attendere l'inserimento in fascia rossa da parte del ministero, poi magari avremmo anche protestato".
"Vi rendete conto - chiede Marsilio - di quante sono le persone negli ospedali? Sono più di quelle che sono state ricoverate nella prima fase. Abbiamo potuto sostenere la situazione fino ad ora perché abbiamo fatto una parte di lavori che ha consentito di assorbire l'urto. Ora, però, la capacità degli ospedali è molto limitata, soprattutto alla luce del fatto che non mi hanno permesso di completare gli interventi e avere una capacità di resistenza più prolungata nel tempo. Adesso è inutile lottare con i 21 parametri, magari sperando di stare un centesimo di punto sotto la soglia per rimanere in zona arancione. Ascoltiamo il grido di dolore di medici, infermieri e pazienti che hanno difficoltà ad accedere nei Pronto soccorso e nei reparti di Terapia intensiva".
L'ordinanza, che segna il passaggio dell'Abruzzo dalla fascia arancione a quella rossa, sarà in vigore fino al 3 dicembre, con l'obiettivo di salvare il Natale, che è "l'ossatura dell'economia. Prima cominciamo e prima ne usciamo". "Il Comitato tecnico scientifico (Cts) locale segnala la sofferenza delle strutture sanitarie - spiega Marsilio -, con una circolazione del virus importante anche nelle aree che oggi appaiono meno colpite, anche sulla costa. Siamo già da giorni al limite tra l'arancione e il rosso. La richiesta del Comitato è di usare il principio di precauzione e cercare di fermare la curva prima che la situazione degli ospedali diventi assolutamente ingestibile. Abbiamo bisogno di posti letto ovunque".
Quanto all'ipotesi di chiudere tutte le scuole, il governatore racconta che "questo consiglio è arrivato sempre dal Cts, ma non all'unanimità. Dopo una discussione molto ampia abbiamo ritenuto che siamo d'accordo nel non poterlo accogliere, pur volendo. L'attuale disciplina non consentirebbe alle famiglie di avere gli strumenti per affrontare questa emergenza ulteriore. Senza congedi parentali o bonus baby sitter sarebbe insostenibile". 17 nov. 2020
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