Non riusciva a sostenere gli esami all’Università nei tempi dovuti e per questo ha raccontato una bugia dietro l’altra ai genitori e, dopo aver mentito ripetutamente, si è ucciso.
Uno studente di Medicina dell’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, di 29 anni, di Oria, in provincia di Brindisi, si è tolto la vita, giovedì, 5 aprile, nell’appartamento da universitario, nel Villaggio Mediterraneo di Chieti Scalo. A trovarlo, impiccato con una corda, alla porta dell’abitazione, è stata la sorella, che vive con lui. In un blocco di 42 pagine le ragioni della tragedia.
Un messaggio pubblicato su Facebook dalla Pastorale universitaria di Chieti recita: "La notizia del suicidio di Antonio Luigi C., studente di Medicina presso il nostro Ateneo, ci lascia attoniti e sgomenti. Leggiamo espressioni tragicamente familiari: "ritardo con gli esami", "mentire ai genitori", "inadeguatezza". La coscienza ci impone di denunciare un meccanismo che continua a mietere vittime. Nel nostro piccolo, come pastorale universitaria, incontriamo le fragilità di tanti universitari che chiedono aiuto, provando ad offrire amicizia, sostegno, preghiera reciproca. Sono questi i puntelli che sostengono il cammino universitario, inteso non come una scalata verso il successo a tutti i costi, ma come occasione di vita, di crescita, di formazione integrale dell'uomo, comprese le sue fragilità". Accertamenti sono in corso da parte della polizia, mentre la salma è ora a disposizione della magistratura.
Secondo un’indagine del portale Skuola.net, uno studente su tre mente sugli esami dati all’università. Il suicidio riaccende i riflettori sulla questione e su un disagio diventato fin troppo frequente. La sua storia, che accomuna tante altre, lo certifica. 07 apr.2023
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