E' sbarcato ieri sera (vedi foto) con un volo militare all'aeroporto di Pescara il boss Matteo Messina Denaro, dopo l'arresto avvenuto a Palermo.
Ed è stato portato dai carabinieri e rinchiuso nel carcere dell'Aquila, di massima sicurezza, che ha ed ha avuto al proprio interno personaggi malavitosi di spicco e anche perché nell'ospedale del capoluogo d'Abruzzo c'è un buon centro oncologico, di cui il mafioso ha bisogno, avendo un tumore.
L’ex latitante - per trent'anni ha vissuto nascosto - e capo di Cosa Nostra è stato destinato al carcere duro, al 41 bis. Si trova in una cella di una decina di metri, sorvegliato dai superagenti del Gom - Gruppo operativo mobile che si occupa, tra l’altro, di custodia e controllo di detenuti appartenenti alla criminalità organizzata e molto pericolosi e di organizzazione ed esecuzione delle traduzioni di detenuti ad alto indice di pericolosità o di collaboratori di giustizia.
Qui i controlli nelle celle, dove i letti sono saldati a terra e ogni angolo è scrutato dall’occhio delle telecamere, scattano, a sorpresa, più volte al giorno.
Messina Denaro sarà sottoposto a chemioterapia, come stabilito dalla Asl provinciale dell'Aquila, che ha subito attivato le complesse procedure.
L'inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Trapani) è stata coordinata dal procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.
"La stragrande maggioranza dei detenuti che sono in questo penitenziario rientra nel regime duro. Ogni tanto ci andiamo perché c’è anche un piccolo numero di detenuti di media sicurezza che sono lì, sostanzialmente, per lavorare: cucina, pulizie…", dice, ad Abruzzolive.tv, Alessio Scandurra, coordinatore dell’Osservatorio dell’associazione Antigone sulle carceri. "Ci siamo stati, di nuovo, recentemente, a dicembre 2022, - aggiunge - non visitando tutti i reparti del 41 bis. Essendo una struttura dedicata a questa tipologia di detenuti, molti di età anche avanzata, ha una buona organizzazione sanitaria rispetto a quella media del sistema carcerario italiano. Quindi non ci saranno problemi per garantire il diritto alle cure". Quello delle “Costarelle”, dai dati Antigone, è il carcere con il più alto numero di detenuti col 41 bis. Attualmente, come riferisce l'ultimo report dell'Associazione, a L'Aquila esistono sette sezioni 41 bis maschili (154 reclusi) e una sezione 41 bis femminile (12 ospiti).
Per L'Aquila sono passati detenuti "eccellenti" condannati per reati di mafia, come Leoluca Bagarella - sta scontando l'ergastolo per strage -; Raffaele Cutolo della nuova camorra organizzata; Francesco Schiavone detto Sandokan (esponente dei Casalesi); esponenti del clan siciliano dei Madonia e, in ultimo, Felice Maniero della cosiddetta Mala del Brenta, detto "faccia d'angelo", in regime di semilibertà. A L'Aquila ha fatto tappa in alcune occasioni anche Totò Riina. 17 gen. 2023
SERENA GIANNICO
@RIPRODUZIONE VIETATA