Le prospettive di gestione della grande derivazione del lago artificiale di Bomba, nel Chietino, sono state al centro di un incontro che il presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, e l’assessore all’Energia, Nicola Campitelli, hanno avuto, ad Archi (Ch) , con i sindaci del comprensorio Sangro-Aventino.

La concessione Sant’Angelo, assegnata ad Acea Spa ma scaduta nel 2013, comprende i laghi di Bomba e Casoli e la centrale idroelettrica di Altino. La diga di Bomba è stata realizzata tra gli anni Cinquanta e Sessanta, per fornire energia elettrica alla Capitale. Da allora non sono mai state eseguite le operazioni di dragaggio dei laghi di Bomba e Casoli, peraltro previste dalla legge quadro ambientale ed obbligo di legge a partire dal 1999. A tal proposito, i sindaci dei Comuni interessati auspicano una condivisione delle strategie di gestione del bacino e soprattutto una gestione diversa di queste infrastrutture strategiche, magari più vicina alle esigenze dei territori e più partecipata.

“In Giunta abbiamo appena approvato un progetto di legge per portare a gara le concessioni delle grandi derivazioni, – ha esordito Marsilio – era tempo che si facesse e  spero che il Consiglio regionale possa licenziare la legge al più presto possibile perché prima facciamo la gara e prima creiamo le condizioni per tornare a fare investimenti e per avere una gestione seria di questo bene”.

Sull’utilizzo plurimo delle acque, chiesto dalle amministrazioni comunali interessate, il presidente si è mostrato aperto al confronto. “Nessuna preclusione – ha affermato – poi, certo, non sta a noi decidere chi gestisce una diga o un invaso, a noi spetta formulare le regole e pubblicare gare trasparenti per poter fare l’affidamento nella maniera più conveniente possibile per il bene pubblico”.

Ancora Marsilio. “Tutte le amministrazioni, dalla Regione in giù, compresi gli enti locali – ha aggiunto  - sono consapevoli del fatto che ci sia stata debolezza nei confronti del concessionario, poco coordinamento ed anche un quadro normativo che, all’epoca, finiva per favorire più i concessionari che i concedenti. Adesso occorre fare un passo in  avanti rispetto al passato ma bisognerà anche stare attenti a non fare un  passo più lungo della gamba. Non ci si può certo improvvisare da un momento all’altro gestori di un impianto che, tra dragaggi ed altre opere necessarie per renderlo ancora più funzionale, avrà bisogno dai 50 ai 100 milioni di euro di investimenti. Risorse che né la Regione né tantomeno i Comuni hanno a disposizione. Dobbiamo individuare, allora, la situazione più praticabile che è quella di individuare un soggetto gestore che si faccia carico di questi investimenti necessari, lo faccia subito e bene e tenga anche presenti le esigenze del territorio. Quindi, dopo aver soddisfatto le esigenze idriche della popolazione locale e aver consentito di irrigare i campi, usi l’invaso per produrre energia elettrica, che, comunque, è tutt’altro che una questione secondaria”.

Marsilio ha, poi ribadito ai sindaci che "oggi c’è una condizione storica irripetibile perché se finora si è lamentata la debolezza delle amministrazioni rispetto alla forza del concessionario, una volta approvata la legge e fatta la gara per la nuova gestione, la situazione sarà completamente ribaltata. Ovvio che si dovrà scegliere un progetto di qualità, presupposto imprescindibile per una gestione virtuosa. Solo che occorrerà trovare il giusto equilibrio al fine di rendere appetibile per il mercato la gestione dell’invaso. Magari, in questo ambito,  – ha concluso il presidente – potrebbero trovare spazio anche forme di partecipazione dei Comuni”. 15 lug. 2021

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