Comune Pennadomo. Rivolta contro l'assessore donna, e fanno cadere il sindaco

Rivolta contro l'assessore donna. Si sono impuntati oltremodo i consiglieri comunali di maggioranza del Comune di Pennadomo (Ch): non ritengono che si debba applicare la legge riguardo alle quote rosa. Tutti contro il sindaco, quindi,  Domenico D’Angelo (nella foto), rieletto lo scorso 3 ottobre,  con la lista “Uniti per Pennadomo”, e fatto cadere oggi, dopo appena due mesi.

Il primo cittadino, dopo lettere e pressioni politiche, aveva deciso di non nominare Rosalinda Di Salvo, suo ex vice, alla carica di assessore. Aveva nominato due maschi: Davide Lucci e Gianluca Giovannelli.  Ma la  Di Salvo, defenestrata, si è rivolta ad un legale di Lanciano (Ch), l’avvocato Diana Peschi, per far valere i propri diritti e le norme sulle Pari opportunità.

L’avvocato ha “invitato” il sindaco,  a rivedere, in autotutela, il proprio provvedimento, con un'istanza che, tra l'altro, recita: "Il presidente della Commissione regionale per la realizzazione delle Pari opportunità… informava il sindaco del Comune di Pennadomo…  dell’ "obbligo da parte del sindaco, anche nei comuni al di sotto dei 3.000 abitanti ed anche in assenza di adeguamento dello Statuto comunale alla normativa vigente, di nominare la giunta nel rispetto delle norme riguardanti la parità di genere" evidenziando che l'obbligo è sancito in particolare da decreti legislativi, da Carte, codici e dalla Costituzione.  Di qui la richiesta  di “annullamento o revoca dei provvedimenti illegittimamente adottati” e di “risarcimento di ogni danno prodotto al consigliere Di Salvo Rosalinda, unica donna del gruppo di maggioranza, nonché vice sindaco nella pregressa amministrazione”.

Il sindaco, a seguito dell’atto, dopo aver acquisito un parere legale e quello della commissione regionale dell'Abruzzo delle Pari opportunità,  anche per evitare un annunciato ricorso al Tar,  il 17 novembre scorso ha nominato Di Salvo assessore al posto di Giovannelli.  E la sua maggioranza maschilista gli si è scagliata contro, continuando a sostenere, come si afferma anche per iscritto, che non bisogna applicare le norme sulla parità di genere ma che vanno rispettati gli accordi presi in campagna elettorale. Oggi, in cinque - Giovanni Ranalli, Daniele Cianci, Remo Di Donato,  Marco Pantalone e Giovannelli, più il consigliere di minoranza Giuseppe D'Ulisse -, hanno rassegnato le dimissioni, cancellando di fatto la neo amministrazione.

"Ho sempre sostenuto la necessità di una rappresentanza femminile in giunta - ribadisce il sindaco - e, dopo aver sentito gli esperti in materia, anche per scongiurare una causa amministrativa con danni erariali, ho preso la decisione giusta, senza cedere a ricatti e ad ingerenze esterne, che celano beghe personali. Ho la coscienza a posto, sono stato correttissimo e sono sereno perché ho rispettato la legge. Mi spiace solo che il paese verrà consegnato ad un commissario. Tra l’altro, essendo l’ufficiale dell’anagrafe in quarantena, sono stato costretto a ratificare personalmente la sfiducia presentata nei miei confronti... credo il primo sindaco in Italia”. 

"E' una vicenda sconcertante - commenta Di Salvo, che era candidata anche come consigliere provinciale a Chieti -. Non hanno capito che il bene della collettività viene prima di tutto".  03 dic. 2021

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