"La delibera regionale che riordina tutta le rete ospedaliera abruzzese, e che comprende anche Atessa, è stata valutata il 14 e 15 novembre al tavolo romano di monitoraggio. Le criticità riscontrate riguardano le situazioni di Chieti-Pescara e L'Aquila-Teramo. Ma non toccano Atessa e il suo presidio". Così il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli, e il presidente del Consiglio comunale, Enrico Flocco. "Dai ripetuti contatti, che abbiamo avuto nell'ultimo anno con i tecnici ministeriali, - aggiungono - emerge che le osservazioni sono indirizzate ai Dea (Dipartimento d'emergenza e accettazione) di secondo livello. In base al decreto ministeriale 70, del 2 aprile 2015, la Regione deve spiegare - chiedono dal tavolo romano - dove vuole concentrare le specializzazioni ospedaliere esistenti. E' una scelta di chi governa - affermano Borrelli e Flocco - e deve assumersene la responsabilità, se si vogliono fare i Dea di secondo livello. Altrimenti meglio lasciare (come prevedeva il decreto commissariale 79 del 2016) i sette ospedali di primo livello più quelli di base e di area disagiata. Nell'un caso e nell'altro, la decisione non preoccupa Atessa, - aggiungono - che ha le carte in regola (con una inoppugnabile documentazione di oltre 30 pagine) per vedersi riconosciuto il suo presidio in base alla legislazione vigente. Dal tavolo romano, infatti, nessuna obiezione è stata sollevata sulla riprogrammazione del San "Camillo de Lellis".
"Ci auguriamo che la Regione chiarisca, al più presto, questi aspetti - sottolineano ancora Borrelli e Flocco -. Abbiamo difeso e difendiamo il diritto del nostro territorio ad avere un suo presidio ospedaliero. Ieri come oggi. Andremo avanti nel sostenere le nostre buone ragioni, che valgono con questa giunta regionale e con la prossima, e attribuiremo meriti e demeriti a conclusione di questo lungo e complesso percorso. Non rincorriamo le chiacchiere di finti paladini e di seminatori di confusione; respingiamo le strumentalizzazioni elettorali di chi, quando era al governo dell'Abruzzo ha contribuito alla chiusura dei piccoli ospedali (vedi il provvedimento del 2011 su Guardiagrele, Casoli, Gissi, Tagliacozzo e Pescina) , e di coloro che ora che sono al governo nazionale non hanno mostrato (vedi le vicende delle scorse settimane sul decreto terremoto) nessuna volontà di volerli salvare".
"Facciamo appello ai cittadini a non smobilitare. Questa battaglia - concludono Borrelli e Flocco - la dobbiamo vincere, tutti insieme, per il bene del nostro territorio".
19 novembre 2018
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