Sevel. 'Ricorso continuo alla cassa integrazione, si torni alla vecchia turnazione'

"In Sevel, in questo periodo, per adeguare i flussi produttivi, si sta facendo ricorso alla cassa integrazione, ma ci si ostina a continuare con la turnazione introdotta nell'autunno scorso". E' quanto afferma, in una nota, l'Usb-Unione sindacale di base.

L'azienda del Ducato ha annunciato la cassa integrazione, per 500 dipendenti (480 delle officine e 20 degli uffici), dal 15 al 30 giugno prossimi, e un fermo produttivo per tre giorni, dal 15 al 17 giugno. 

La nuova turnazione, scattata il 7 ottobre scorso, è frutto - dice l'Usb - "di un accordo "pagliacciata" imposto da azienda e sindacati" ai lavoratori "contro il loro volere". Cambiamento che fu giustificato dalla necessità di fronteggiare una produzione di 300mila veicoli annui. Dopo decenni i turni sono passati da 15 a 17. E il sabato mattina lavorativo è diventato fisso e non è stato più pagato in regime di straordinario.

Adesso, a causa dell'emergenza creata dll'imprevedibile coronavirus, "non vi è l’esigenza di lavorare su 6 giorni, gli operai chiedono il ritorno alla precedente turnazione. Ricorrere alla cassa integrazione per gestire i ritmi della produzione è sicuramente una trovata di comodo. Nel mese di maggio - viene ancora detto - era previsto un incontro tra i sindacati firmatari e la direzione per la verifica dell’accordo dell’11 dicembre 2019 sui turni, accordo arrivato dopo la loro introduzione, poiché nell'intesa in questione si affermava che qualora fossero venute meno "le esigenze tecnico produttive e di mercato sarebbe stata ripristinata la precedente turnazione". Il contratto collettivo specifico - si fa notare -, pur limitando l’azione sindacale, prevede uno strumento per la procedura di raffreddamento: ricorrendo a essa si potrebbero imporre all’azienda le questioni e le problematiche dei lavoratori".

"Quanto alle voci di possibili ricadute occupazionali, - conclude l'Usb - abbiamo proposto una turnazione alternativa (4 turni da 6 ore dal lunedì al venerdì più 1 turno da 6 ore al sabato mattina) che permetterebbe di conservare i posti di lavoro, migliorare la vita degli interessati, utilizzare in modo migliore i soldi dello Stato usati per la cassa integrazione, ridurre le situazioni di criticità del rischio di contagio da Covid 19, aumentare la capacità produttiva giornaliera...".

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