"Ridurre gli orari e ripartire il lavoro è uno dei modi più rilevanti per rispondere ai guasti provocati dalla crisi". E' quanto scrive, in una nota, l'Usb. "Il contratto collettivo specifico - aggiunge - sta mostrando il suo volto peggiore ed è tempo di chiedere una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario: la nostra proposta di passare, in Sevel, a 4 turni da 6 ore dal lunedì al venerdì e ad un turno da 6 ore al sabato mattino è realistica e necessaria per soddisfare le necessità aziendali, per creare nuova occupazione e ridare dignità ai lavoratori".
"Sevel, - afferma - con la complicità dei sindacati firmatari del contratto collettivo specifico, abituati al solito schema aziendale "il padrone comunica e loro eseguono", ha sempre usato la stessa ricetta senza nemmeno prendere minimamente in considerazione ciò che noi abbiamo proposto per evitare di far ricorso allo straordinario e, come se non bastasse, torna alla carica anche con gli straordinari di sabato pomeriggio". Inaccettabile per l'Unione sindacale di base che, per questo, ha proclamato nuovi scioperi dopo quelli del 25 e 26 maggio scorsi. L'astensione dal lavoro è per oggi, turno a e turno b, quello pomeridiano.
Ma, in un'altra comunicazione, l'Usb provinciale di Chieti aggiunge che al sindacato sono arrivate "diverse segnalazioni da parte di operai della Sevel di Atessa (Ch) riguardanti pressioni, anche pesanti, affinché gli stessi non aderiscano allo sciopero di oggi contro il sabato pomeriggio obbligatorio".
"Comprendiamo le preoccupazioni di Fca, - fa presente - dato che le previsioni relative a questo sciopero parlano di un'altissima adesione, ma respingiamo al mittente ogni sorta di ingerenza nei confronti del sacrosanto diritto alla protesta e anzi, con grande sdegno denunciamo pubblicamente quanto sta avvenendo invitando gli operai a non cedere al ricatto della paura".
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