"L'unico modo per trattenere Sevel, ma anche altre aziende, come Denso e Pinkington, nel Vastese (Ch), è di intervenire immediatamente sulle infrastrutture, sulle quali in Abruzzo non si investe un euro da 20 anni". Così, questa mattina, a Pescara, Leo Malandra, segretario Cisl Abruzzo, e Domenico Bologna, segretario Fim Abruzzo-Molise, dopo l'annuncio di Groupe Psa di voler avviare la produzione di 100mila furgoni nello stabilimento di Gliwice in Polonia. Il colosso francese è in joint venture con Fca Italy per la realizzazione di veicoli commerciali Peugeot Boxer e Citroen Jumper nello stabilmento Sevel di Atessa (Ch). "
"Sevel non sta delocalizzando - prosegue Bologna - ma la notizia di realizzare altrove i furgoni, pone una serie di riflessioni e preoccupazioni che impongono risposte immediate, sul piano delle infrastrutture, da parte della politica regionale, per evitare che ciò avvenga nei prossimi anni. Le preoccupazioni derivano dal numero considerevole di pezzi che saranno prodottiall'estero - aggiunge il sindacalista - e dal fatto che l'accordo tra Fca e Psa, nell'ambito del quale Psa si era riservata questa opzione, scada soltanto nel 2023, che è dietro l'angolo". Bologna rimarca che "dopo quella data nulla vieterà a Psa di ampliare la produzione in Polonia". A suo giudizio, "sulle scelte francesi pesano le problematiche infrastrutturali e alcuni eventi che lo scorso anno hanno fermato lo stabilimento per diversi giorni e che hanno comportato una produzione di furgoni inferiore al quantitativo richiesto dal mercato".
Malandra, per il Vastese, evicenzia che "di fatto l'unica via d'accesso alla zona industriale è la Trignina, che in alcuni punti è anche interdetta al traffico dei mezzi pesanti. Da anni assistiamo alla posa della prima pietra per la nuova superstrada".
"Inoltre - rammenta - i porti non decollano, sulla banda larga siamo in grave ritardo e i bandi del Masterplan non hanno mai preso vita, considerando che solo il 30% è in fase di progettazione e appena il 3% è stato cantierato . Occorre che la politica recuperi una capacità strategica con uno sguardo ai prossimi 10-15 anni - aggiunge Malandra - e noi siamo pronti a sederci ad un tavolo con la nuova Giunta regionale per affrontare tai questioni". Per il sindacalista "non è un problema di costo del lavoro, che alla Sevel incide soltanto per il 10%, mentre ad esempio l'impossibilità di far passare la merce da Ortona (Ch) genera costi aggiuntivi di 800 euro per unità prodotta. Ci sono comunque problemi di dumping contrattuale e di disparità delle norme europee in materia di incentivi fiscali - conclude Malandra - che dovranno essere urgentemente affrontati subito dopo il voto del 26 maggio".
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