Nessun cenno alla questione che, da alcuni giorni, sta infiammando l'Abruzzo e cioè l'annuncio di Groupe Psa, partner francese di Fca per la Sevel di Atessa (Ch), di cominciare, entro il 2021, a produrre furgoni commerciali di grandi dimensioni in Polonia, nello stabilimento di Gliwice. Per almeno un decennio saranno realizzati 100mila furgoni l'anno. Incontro, oggi, tra il Comitato esecutivo delle Rsa della Sevel e la direzione aziendale. Ma di questo non si è parlato. E' stato invece comunicato ai sindacati che dal 27 maggio e fino al 5 ottobre prossimo, nella fabbrica di Atessa arriveranno 50 lavoratori in distacco dall'azienda Plant di Termoli (Cb), per far fronte alle ferie a scorrimento. "E poi - spiegano i sindacati - oltre ai 450 (70+210+170) interinali già arrivati, (sempre per far fronte alle ferie a scorrimento) nelle prossime settimane ci saranno nuovi ingressi". Probabilmente una cinquantina.
Sul fatto che Psa vada a produrre in Polonia, lasciando Sevel col fiato sospeso, prende posizione il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli. "Non è - dice primo cittadino- un fulmine a ciel sereno. La Sevel è al 50 per cento della Fiat (Fca) e al 50 per cento della Peugeot. L'azienda francese, che ha comprato la Opel, ha comunicato, già a febbraio, al partner italiano le intenzioni di aprire, con la Opel, un proprio stabilimento in Polonia per veicoli commerciali simili al Ducato, che da decenni si produce qui in Val di Sangro".
"Nel breve periodo non succede niente - riflette Borrelli - . La Sevel ha dimostrato grande capacità espansiva, ha aumentato la sua produzione e proprio in questi giorni sta assumendo. Il nostro Ducato tira! Nel medio periodo non solo la Sevel, ma tutto il "sistema Italia" è messo alla prova, dopo tutti i ritardi registrati finora. A essere chiamati maggiormente in causa sono il Governo e la Regione. Nel 2023, infatti, scade l'accordo Sevel-Peugeot e già prima, nel 2021, si capirà se i francesi vogliono rompere il patto e usare lo stabilimento polacco per fare concorrenza al Ducato. La sirena d'allarme -spiega Borrelli- suona per tutti. Qui , in Val di Sangro, si produce, come è noto, un terzo di tutta la ricchezza della regione, e dobbiamo essere ascoltati quando si dice che ci vogliono infrastrutture adeguate (dalla Fondovalle, che agevola i collegamenti con il Tirreno, ai porti, alla banda larga); che non bisogna portare impianti di rifiuti pericolosi, che appesantiscono le condizioni ambientali e snaturano il tipo di sviluppo della Val di Sangro , legato alla meccanica e alla tecnologia avanzata; che bisogna lasciare su questo territorio, che non è solo vallivo, ma anche montano, almeno una piccola struttura ospedaliera".
"Se non vogliamo essere sorpassati e soppiantati - sottolinea il sindaco di Atessa - ci vogliono condizioni favorevoli alla vita, alla produzione, alla competitività di questo lembo d'Abruzzo. Come è possibile che si faccia tanta fatica, in un momento di espansione della Sevel, a passare da 15 a 17 turni di lavoro, quando altrove se ne fanno già 18 o addirittura 20-21? E' comprensibile che una piccola fabbrica dell'indotto, come la Bluetec, metta in ginocchio, per giorni e giorni, l'intera Val di Sangro?", domanda.
"Anche gli enti locali devono fare, naturalmente, la loro parte. L'Ecolan , azienda partecipata dei Comuni per l'igiene urbana, è venuta incontro a diverse richieste della Sevel e di altre aziende per rafforzare il servizio di raccolta dei rifiuti, ma non basta. Bisogna migliorare le infrastrutture e tutti i servizi. La sveglia - conclude Borrelli- suona per un intero sistema Paese".
Serena Giannico
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