Manovra. Sciopero generale: dall’Abruzzo in 1.400 domani a Roma

Saranno oltre 1.400, con 30 pullman, che domani partiranno dall’Abruzzo alla volta di Roma per partecipare alla manifestazione nazionale dal titolo "Insieme per la giustizia" promossa da Cgil e Uil nell’ambito dello sciopero generale proclamato per protestare contro la legge di bilancio. 

Cgil Abruzzo e Molise e Uil Abruzzo hanno scelto la Capitale tra le cinque città in cui si svolgerà in contemporanea la manifestazione: ci sono anche Milano, Bari, Cagliari e Palermo. All’iniziativa saranno presenti lavoratori provenienti da tutte le località della regione, in rappresentanza di tutti i settori. Dalla questione aliquote Irpef alle pensioni, dal precariato alle delocalizzazioni, Cgil e Uil sottolineano che anche l’Abruzzo sarà in piazza "per chiedere di cambiare una legge di bilancio che presenta numerosi aspetti inaccettabili".

"Chiedevamo che la riduzione delle tasse partisse da coloro che non riescono ad arrivare alla fine del mese – affermano il segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, e quello della Uil Abruzzo, Michele Lombardo – e invece di fatto si danno risorse a chi sta già meglio: questa manovra non aiuterà lavoratori dipendenti e pensionati, cioè coloro che hanno un reddito più basso e non vi è traccia di misure che rafforzino il contrasto all'evasione fiscale".

I sindacati sono critici anche sul fronte pensioni e sottolineano la necessità di una "riforma del sistema previdenziale che guardi soprattutto ai giovani. Chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996, se non verrà modificata la legge Fornero, sarà fortemente penalizzato e, si stima, nel 60% dei casi si ritroverà con un importo di pensione sotto la soglia di povertà".

"Sul fronte lavoro – aggiungono i segretari – considerando che la nuova occupazione che si è creata dopo la pandemia è quasi esclusivamente costituita da lavoro precario, avevamo chiesto al Governo che vi fosse una discussione, un tavolo, che arrivassero delle risposte, perché servono provvedimenti per limitare la precarietà. C’è bisogno di lavoro stabile, ma non vediamo misure che vanno in questa direzione".

"E’ indispensabile, inoltre, che il Governo attui una politica industriale forte, considerando che le imprese stanno delocalizzando e stanno abbandonando l’Italia. Della legge sulle delocalizzazioni si parla da tempo, ma non vediamo proposte concrete. Non vediamo una politica industriale che cerchi di salvaguardare l’occupazione. Bisogna invece lavorare, soprattutto attraverso la transizione ecologica e digitale, per creare nuove filiere occupazionali. Ci aspettavamo una legge di bilancio che andasse in questa direzione", concludono Ranieri e Lombardo.  14 dicembre 2021

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