Protesta dei pescatori al porto di Vasto. 'Il costo del gasolio ci ha affondato'

“Il costo del gasolio ci ha affondato” e ancora “Diritto al lavoro” e "Mangiate sano e comprate italiano!"

Protesta, a Vasto (Ch), questa mattina, da parte della marineria che contesta il caro carburanti parlando di speculazione. Da una settimana barche in secca e oggi sit-in al porto, con tanto di striscioni e blocco dell’ingresso e dell’uscita dei mezzi, sia su gomma che natanti, dallo scalo.

“L’idea è di far svegliare il Governo e fargli trovare una soluzione - spiega l’armatore Gianni De Rosa -. Come categoria stiamo morendo. I costi per lavorare superano i profitti e stiamo per giungere all’esasperazione. Al momento un piatto di pasta ce l’abbiamo ancora da mettere a tavola, ma le risorse cominciano a scarseggiare e la pazienza pure”.

Aggiunge Andrea Salvatore, anch’egli armatore: “Ci hanno imposto regole stringenti, le abbiamo accettate, ma l’aumento del prezzo del gasolio ci sta ammazzando. Per quanto mi riguarda, per poter lavorare mi servono 1.200 litri di gasolio al giorno che significa che ci vogliono 1.500 euro quotidiani soltanto per pagare il gasolio. Abbiamo attuato proteste in mezza Italia, da Viareggio ad Ancona, a Porto Santo Stefano (Grosseto), Ancona e Pescara, a Civitavecchia e Livorno… Ma finora non si è mosso nulla. Possibile che non si riesce a capire che non ce la facciamo a tirare avanti? In altri Stati sono stati attuati interventi a sostegno del comparto. Siamo in 35mila in Italia, che è una  Penisola e che vive anche di mare, e poi c’è il settore della ristorazione coinvolto e quello delle pescherie. Attendiamo risposte concrete dalla politica”. 30 mag. 2022

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