Lanciano. 'Che succede nello stabilimento Pierburg?' Domani sciopero

Quale futuro per l'azienda Pierburg di Lanciano? Se lo chiedono i lavoratori e se lo chiedono i sindacati, ai quali la situazione è apparsa alquanto nebulosa dopo gli incontri tenuti negli ultimi giorni con la dirigenza. E così, domattina, sciopero, con sit in davanti ai cancelli dello stabilimento, in località Cerratina, che al momento impiega 114 dipendenti. 

"I vertici locali e il responsabile della divisione Msi, Tobias Kasperlik - affermano in una nota congiunta Fiom, Fim e Uilm - hanno compiuto l’ennesima giravolta rispetto agli impegni assunti in passato. Nel 2011 - si fa presente -  Pierburg ha sottoscritto un accordo con  le organizzazioni sindacali al ministero dello Sviluppo economico". Intesa secondo cui "la fabbrica di Lanciano sarebbe stata destinata a produrre piccole serie di primo impianto e ricambi after market. Erano previsti investimenti e il mantenimento dei livelli occupazionali esistenti. Nel caso il mercato subisse una riduzione di volumi c'era l'impegno ad elaborare un piano alternativo". 

"Nel 2019, a fronte di una riduzione di volumi, fu concordato, per iscritto, l’arrivo di nuove produzioni per un valore oscillante fra i 6.300.000 e i 7.400.000 euro. L’accordo avrebbe dovuto avere effetti dai mesi successivi. Ad oggi, però, nulla è accaduto". Le lavorazioni non sono arrivate; il piano di risultato è stato messo in discussione, non riconoscendo il dovuto e costringendo i lavoratori ad azioni di lotta per pretendere le spettanze e il ricambio generazionale auspicato è rimasto sulla carta. "Ad oggi - riprendono i sindacati - sono andati in pensione con quota 100 oltre 30 dipendenti, nei prossimi mesi anche altri lasceranno e nessuno è stato rimpiazzato. Ci dicono che le assunzioni sono bloccate per via della crisi. Ci sforziamo di comprendere ma non ci riusciamo: il reparto manutenzione e l’ufficio Ingegneria sono praticamente azzerati e Pierburg rischia la paralisi. Tutti questi indizi ci portano ad una conclusione, cioè che l'azienda ha deciso di disimpegnarsi in questo territorio".

Nuovo summit il 4 maggio, con Pierburg che ha spiegato "che l’accordo di due anni fa è saltato, perché quanto previsto aveva un costo troppo alto per essere realizzato". Secondo l'azienda ci sarebbero altri "progetti, nuove idee, senza specificare di che si tratta, di quali volumi, della tempistica e se i livelli occupazionali saranno gli stessi". Nulla di concreto, dunque. E niente di certo. Così braccia incrociate, oggi, per due ore a turno, con presidio dalle 7.45 alle 9.45. 19 mag. 2021

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