Lanciano. Sgombero Faist. 'Aver fatto svuotare la fabbrica significa averla chiusa. La polizia sta con i padroni?'

Il blitz notturno della polizia interrompe il presidio dei lavoratori, che stanno lottando da giorni per impedire che portino via macchinari e attrezzature.  E permette a sei tir pronti a partire, e che fino a quel momento erano stati bloccati, di uscire dai cancelli e dirigersi verso l'Umbria, verso Montone (Perugia). 

Si conclude così, nella maniera più amara possibile, la vicenda dei lavoratori dello stabilimento Faist di Lanciano, chiuso da oggi. Cancelli sbarrati; i 16 dipendenti, più una interinale, disoccupati. "Si è consumato lo schifo... - tuona Domenico Bologna, Fim Cisl Abruzzo-Molise -. In altri luoghi d'Italia non arrivano le forze dell'ordine, in massa, alle 5, lampeggianti accesi, a sgomberare. Qui c'era una protesta pacifica. La Prefettura, a cui abbiamo chiesto un incontro, ci aveva rassicurato fino a poche ore prima". "Vale più un lavoratore umbro o uno abruzzese?",  si domanda in uno striscione. 

Invece il sit-in, attuato dai dipendenti, pacificamente e silenziosamente, è stato bloccato dalle forze dell'ordine. "Mi chiedo chi abbia firmato il provvedimento di sgombero", tuona Bologna. "Non abbiamo sgomberato assolutamente niente, la richiesta è arrivata dall'azienda che ci ha rappresentato la situazione dicendo che c'erano dipendenti che impedivano l'accesso dei mezzi - precisa il questore di Chieti Ruggiero Borzacchiello -. Siamo arrivati con 10 agenti. Le operazioni si sono concluse in maniera pacifica, senza nessuna problematica, non ci sono stati episodi di violenza. Era una situazione di ordine pubblico - prosegue - che andava considerata e valutata, l'abbiamo fatta nel migliore dei modi, la nostra attività è quella di regolarizzare la legalità".

"Ma il diritto dei lavoratori a difendere il proprio posto? Tra l'altro  - aggiunge - si tratta di un'azienda che ha agito senza rispettare le norme relative al licenziamento collettivo. E per questo abbiamo sollecitato un incontro in Prefettura, per ristabilire le procedure di legge, per cui avevamo anche inviato una diffida alla Faist". Invece la faccenda è precipitata."Ora - aggiunge Primiano Biscotti, Fim - abbiamo messo in moto i nostri avvocati e ci rivolgeremo alla magistratura".

"E' gravissimo - afferma Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista - che prefetto e questore abbiano messo la polizia al servizio dell'impresa, contro lavoratori che difendono il posto di lavoro e il territorio. Siamo tornati ai tempi in cui le forze dell'ordine erano schierate a difesa del padrone? Ricordo che questore e prefetto dipendono dal governo e quindi va ritenuto responsabile il ministero dell'Interno di quanto accaduto".

"Ora - aggiunge Primiano Biscotti, Fim - abbiamo messo in moto i nostri avvocati e ci rivolgeremo alla magistratura". "Mi fa star male l'accaduto - riprende Bologna - e mi vergogno di essere abruzzese... Abbiamo sollecitato Regione, Provincia di Chieti, sindaci, parlamentari... Tutto inutile. E' grave l'impotenza della politica e del sistema abruzzese... Ora bisogna trovare alternative a questi lavoratori che hanno pagato un prezzo altissimo. Va subito aperto un tavolo in Regione". "Tanta delusione - afferma Manuela Ricci, che era responsabile di stabilimento -, non ce l'aspettavamo. Le nostre armi sono stati... i cuori che la gente della Val di Sangro che affisso ovunque in segno di solidarietà. Si è creato un precedente grave, che spaventa".

"Si tratta - afferma Mario Pupillo, sindaco di Lanciano e presidente della Provincia che stamane ha incontrato i lavoratori, accompagnato da Leo Marongiu, presidente del Consiglio comunale - di un inedito pericoloso che danneggia l'intero comprensorio, cancellando con un colpo di spugna diritti e procedure sindacali, senza tener conto di coloro che a quella fabbrica hanno dato lavoro e passione. Saremo in prima linea per capire le modalità di quanto accaduto e contrastare queste azioni piratesche".

"Annulleremo la riunione fissata per il 17 febbraio fra azienda e organizzazioni sindacali, bisognerà parlare di altro per vedere che fare, anche se c'è stata nelle ultime ore un'accelerazione che non ci è piaciuta affatto", dichiara l'assessore regionale alle Attività produttive, Mauro Febbo -. Avevamo fatto convocare per l'altro ieri un incontro a cui ha partecipato solo Confindustria. Eravamo convinti si potesse negoziare, invece è accaduto qualcosa di spiacevole, con l'intervento delle forze dell'ordine che si poteva evitare, perché svuotare la fabbrica significa averla chiusa".

Serena Giannico

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