'Vessati, repressi e puniti senza ragione': il j'accuse dei dipendenti del Comune di Lanciano

"Molteplici episodi di malessere organizzativo" in un "clima lavorativo rigido che reprime iniziative e comportamenti spontanei dei dipendenti che, in molte circostanze, versano in condizioni di “terrore” e violenza psicologica".

E' la denuncia di mobbing che arriva dai dipendenti del Comune di Lanciano (Ch), tramite una nota dei sindacati Cgil, Cisl e Uil che è stata inviata alla Asl, Ufficio Mobbing della Regione e all'Anticorruzione.

"Nel ripercorrere gli ultimi tempi di attività lavorativa nel nostro Ente, - spiega nel documento il portavoce Rsu, Massimiliano Perretti - si riscontrano numerosi casi sottoposti all’Ufficio procedimenti disciplinari su iniziativa di qualche dirigente e titolare di posizione organizzativa. Nel passato le controversie si risolvevano con intenzioni costruttive basate sul chiarimento verbale.... Negli ultimi anni, invece, la costituzione di procedimenti disciplinari a carico dei dipendenti è diventata prassi anche per ammonire uno stato d’animo o una parola detta di troppo. Difatti è noto che molti sono i procedimenti disciplinari archiviati, perché futili... Nel frattempo, le attività quotidiane amministrative subiscono un grave rallentamento a scapito della macchina amministrativa e, conseguentemente, della cittadinanza".

Per tutte queste motivazioni "i dipendenti versano in un costante stato di agitazione, stress psicologico e malessere nell’ambiente di lavoro tanto da ingenerare paura di commettere un’azione sbagliata, aggravato dall’atteggiamento ostile dei dirigenti, come ad esempio negare ai dipendenti colloqui chiarificatori arrivando anche a togliere il saluto, negare ai dipendenti di rapportarsi con altri colleghi, negare ai dipendenti di accedere in uffici e spazi comuni, impedire ai dipendenti la condivisione, nell’ora di pausa, di un pasto insieme".

"Si fa presente - viene ancora detto - che, durante una riunione, uno di essi ha definito il personale dell’ente “carne umana scadente”, gratuita offesa punibile ma lasciata impunita. In altra occasione un altro ha esordito con testuali parole: “siete sotto dittatura”. L’atteggiamento vessatorio e le parole denigratorie di soggetti apicali verso il personale dipendente, che tutti i giorni svolge il proprio lavoro con senso del dovere, deve essere corretto e riflettersi anche nelle schede di valutazione degli stessi soggetti apicali, valutati, nonostante tutto, con il massimo del punteggio. Invece, i dipendenti sono annualmente “ricattati” attraverso valutazioni negative e, per quelli che mostrano resistenza al sistema repressivo, che persiste e si aggrava di giorno in giorno, il punteggio assegnato, basso, compromette ogni possibilità di crescita professionale. Inoltre, molti dipendenti segnalano giornalmente, in maniera informale, queste condotte vessatorie ma senza alcun riscontro, piuttosto, invitati a resistere nonostante la condivisione delle ragioni esposte".

"Chiediamo concretamente che si attivino misure atte a eliminare definitivamente malumore, violenza psicologica, offese gratuite, atti vessatori e persecutori che gran parte dei dipendenti subiscono e hanno subito solo per valutazioni irrazionali del proprio datore di lavoro".  Si chiede "una migliore vivibilità ambientale, benessere psicofisico e lavorativo contribuendo ad una serena e quindi efficiente attività lavorativa". 23 det. 2023

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