Coronavirus. Dopo il caso in Sevel, lavoratori sui bus con autocertificazione. E tamponi in fabbrica

Sul bus con l'autocertificazione. E' una delle novità annunciate, dall'assessore regionale alle Attività produttive, Mauro Febbo, rispetto alle criticità rilevate, alla ripartenza delle industrie, dopo lo stop da Covid 19, soprattutto rispetto alla zona industriale della Val di Sangro, una delle più grandi del centro-sud Italia, dove ogni giorno approdano oltre 15mila addetti. Seimila solo in Sevel. 

Nello stabilimento del Ducato, la scorsa settimana, un dipendente, di Gissi (Ch), è stato "respinto" ai cancelli, dopo la misurazione della temperatura col termoscanner. L'uomo aveva 38 di febbre, confermata da un secondo controllo, e non è stato fatto entrare, come previsto da un protocollo siglato ad aprile tra Fca e sindacati. Ha ripreso il pullman, con cui era pure arrivato, ed è andato a casa. Col rischio, in caso di positività al coronavirus, di infettare altri viaggiatori. Per fortuna il tampone ha poi dato esito negativo. Ma, fino ai risultati del test, ha generato apprensione e polemiche. L'episodio è stato denunciato dalla Fiom Cgil, ma anche Uilm e Fim sono intervenute nella querelle. I sindacati hanno chiesto, a gran voce, che la Regione stabilisse, per casi come questo, regole precise, per una maggiore sicurezza dei pendolari. 

"Ai lavoratori che utilizzano bus pubblici - spiega Febbo - viene chiesta l'autocertificazione in cui dichiarano, prima di salire a bordo, di non avere temperatura superiore a 37,5. Misura peraltro già prevista nell'ultimo decreto del Governo ma ribadita, oggi, da apposito atto pubblicato dalla direzione Trasporti della Regione".

D'intesa con la Asl Lanciano-Vasto-Chieti verranno inoltre "istituti, ai fini della sorveglianza epidemiologica, in sei punti nevralgici, nel cuore del tessuto produttivo della provincia di Chieti - cioè in Sevel ad Atessa; Pilkington a San Salvo; Chicco in località Caldari di Ortona; Wts a Chieti Scalo, Punta Penna di Vasto e Guardiagrele/ Fara Filiorum Petri -, postazioni mobili per effettuare tamponi volontari con risposta entro 48 ore".

"Inoltre - riprende Febbo -, attraverso il Dipartimento Prevenzione della Asl, diretto da Giuseppe Torzi, ho sollecitato le imprese ad una stretta collaborazione per la gestione dei casi di sospetto contagio, chiedendo l'immediata presa in carico da parte della Asl, prima dell'ingresso in fabbrica del lavoratore. Inoltre - rammenta - è sempre possibile chiamare il numero verde 800 860 146, anche nelle ore notturne, e chiedere il pronto intervento. La Regione - conclude Febbo - continua ad operare, sia per garantire le massime condizioni di tutela dei lavoratori, sia per preservare il ciclo produttivo già duramente provato dalla pandemia".

"Febbo dà finalmente seguito alle nostre richieste - dchiara Sara Marcozzi, capogruppo 5Stelle in Regione -. La scorsa settimana, solamente la fortuna ha evitato che la Val di Sangro diventasse un potenziale focolaio, evidenziando la disorganizzazione della giunta di centrodestra. Tutti i cittadini vogliono ripartire il prima possibile con la regolare attività lavorativa, ma è necessario farlo nella massima sicurezza possibile. Mi auguro che non nascano, nelle prossime settimane, problemi altrettanto gravi".

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