Coronavirus. Atessa, Tocco e San Giovanni Teatino. Spostamenti per lavoro: la Regione corregge l'ordinanza

La Regione ritocca l'ordinanza numero 3 del 5 febbraio. Lo fa due giorni dopo e a seguito di un confronto del presidente Marco Marsilio con i sindaci. Con il provvedimento "correttivo", il numero 4 del 7 febbraio, nato "per evitare che si possa ingenerare confusione", chiarisce che, nei tre comuni posti in "zona rossa" fino al prossimo 13 febbraio, ossia Atessa, Tocco da Casauria e San Giovanni Teatino, "vigono le regole previste a livello nazionale, che consentono a tutti di recarsi al proprio posto di lavoro".

Nella prima ordinanza questa circostanza, ossia lo "spostamento per esigenze lavorative", non veniva contemplata. La questione, in poche ora, è balzata sulle cronache nazionali. La zona industriale più importante d'Abruzzo e del Centro Italia ha rischiato di diventare una "zona rossa" nella "zona rossa". Con circa 10mila lavoratori costretti a fermarsi e con fabbriche come Sevel e Honda obbligate allo stop produttivo. Ieri, esponenti del Gruppo tecnico scientifico regionale (Gtsr) hanno fornito un'interpretazione restrittiva, parlando di "zona rossa rinforzata" e della necessità di disporre di un'autorizzazione del sindaco per lasciare il territorio comunale. In poche parole hanno fatto intendere che non si era trattato di una dimenticanza, ma che la prima ordinanza, emessa per raffreddare il contagio da coronavirus nell'area chietino-pescarese dove la variante inglese del coronavirus sta incidendo fino al 50 per cento dei nuovi casi, era volta proprio ad impedire migliaia di spostamenti quotidiani. 

C'è voluta un'ordinanza del sindaco, Giulio Borrelli, per autorizzare i lavoratori a recarsi in fabbrica e in ufficio. "Non è possibile bloccare le produzioni in una realtà economicamente vitale", ha rimarcato il primo cittadino. Non tutti sono d'accordo. L'Usb, per esempio, ha scritto alla Prefettura per chiedere se in questo modo non si corra il rischio di peggiorare la situazione. Mentre la Uil, con il segretario regionale Michele Lombardo, ha attaccato l'ordinanza di Marsilio. "Essa - ha evidenziato - non è chiara sul punto relativo all'accesso nei plessi industriali, al punto che lo stesso sindaco di Atessa ha dovuto firmare una propria ordinanza che rende possibile questo accesso. Non dissimile poi la situazione a San Giovanni Teatino, dove i grandi centri commerciali danno occupazione a tanti. Si faccia chiarezza immediatamente, perché la confusione rischia di generare un blocco o un rallentamento che non ci possiamo permettere".

Quindi ecco l'ordinanza "correttiva e integrativa". "Anche a seguito di un confronto con i sindaci interessati - si legge in una nota dello staff del governatore - si è ritenuto opportuno riscrivere i punti relativi alla disciplina da adottare...". Con la nuova ordinanza "si ribadisce che nei comuni "zona rossa" vigono le regole previste a livello nazionale dal Dpcm, che consentono a tutti di recarsi al proprio posto di lavoro; i sindaci hanno, in deroga a tale disciplina, il potere di autorizzare o vietare l'ingresso o l'uscita dal proprio comune laddove esigenze di tutela della salute pubblica e/o urgenze indifferibili lo rendano necessario". Il giallo è dipanato, dunque. 

Intanto da domani scatteranno controlli rigidi da parte delle forze dell'ordine. "E - spiega il capitano dei carabinieri di Atessa, Alfonso Venturi - ci saranno anche più pattuglie a vigilare sul territorio". Borrelli, di propria iniziativa, ha anche chiuso tutte le scuole fino al prossimo week end, quando ci sarà lo screening di massa sulla popolazione.

"Capisco che questa decisione può non essere condivisa o compresa - dichiara -, ma non è stata presa a cuor leggero. Purtroppo, diversamente dai mesi passati, abbiamo una situazione di contagio anche tra bambini e ragazzi. Mentre a primavera - prosegue - eravamo preoccupati soprattutto per i nostri anziani - e nella casa di riposo ci sono stati diversi morti - adesso lo siamo per i giovanissimi". Su 123 positivi al Covid-19, infatti, 41 sono minorenni. E, di questi, 14 hanno sotto i 12 anni. "C’erano famiglie per metà in quarantena e per metà libere di frequentare la scuola. C’era preoccupazione circa i trasporti e gli assembramenti. In una situazione di eccezionale gravità, si è ritenuto opportuno intervenire".  07 feb. 2021

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