Chieti. Vertenza Ball. Lolli: 'Coca Cola ci aiuti'
"Il principale cliente della multinazionale Ball, che fabbrica lattine, è Coca Cola, bellissima azienda presente in Abruzzo. Nelle prossime feste vedremo, come sempre, le loro pubblicità, legate ai buoni sentimenti: mi auguro che Coca Cola voglia darci una mano con questo suo fornitore affinché non faccia capitare a Natale i licenziamenti per i dipendenti della Ball. Ci sono una settantina di lavoratori, con le loro famiglie, che verranno buttate in mezzo alla strada in modo assurdo". Così il presidente vicario della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, a proposito della vertenza Ball di San Martino sulla Marrucina (Chieti). Lolli parla di una "vicenda inaccettabile. Hanno dato già vita alla procedura di licenziamento - sottolinea - che scade il 25 dicembre. Non so se l'hanno fatto apposta, ma se non se ne sono accorti è quasi peggio. Il giorno di Natale questi lavoratori staranno in mezzo a una strada. Delle tante crisi che ho seguito - dice il presidente - questa della Ball sembra uscita da una brutta pagina del libro 'Cuore'. Un'azienda in perfetta efficienza, che lavora a scarto zero, due per cento di tasso di assenteismo che non esiste in nessuna impresa in Italia, con un margine operativo lordo molto superiore rispetto a quello dello stabilimento che è collocato a Nogara in Veneto. La chiudono da un giorno all'altro, dicendo che devono fare investimenti a Nogara, ma nel frattempo le lavorazioni vengono trasferite in Serbia: è in realtà una delocalizzazione". 

"Hanno rifiutato e continuano a rifiutare di utilizzare gli ammortizzatori sociali - aggiunge - . Tra gli strumenti ce n'è uno che è nuovo e che sembra fatto apposta per consentire la reindustrializzazione delle aziende, cioè un anno di cassa integrazione, ma non lo stanno facendo. Ieri è stata chiusa l'attività produttiva, nonostante al tavolo ministeriale si fossero impegnati a fare qualche proposta alternativa. Voglio chiamare qui la stampa nazionale più scandalistica, perché non si è mai vista una cosa del genere: chiudere un'azienda produttiva, chiuderla il giorno di Natale e rifiutare qualsiasi proposta alternativa", incalza Lolli.
21 novembre 2018

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