Blutec, presentate tre istanze di fallimento in tribunale a Pescara

Tre le  istanze di fallimento depositate in tribunale a Pescara e riguardanti Blutec, società che in Abruzzo ha il suo stabilimento ad Atessa (Ch) ma che possiede fabbriche in diverse regioni: tra esse c'è anche lo stabilimento ex Fiat di Termini Imerese. Si tratta di una richiesta della Procura di Pescara e di due presentate da fornitori. A rivelarlo sono fonti investigative. Fatto che complica ulteriormente la vicenda del gruppo industriale, nel mirino della magistratura. 

Il 12 marzo scorso, infatti,  il titolare, Roberto Ginatta,  e l'amministratore delegato, Cosimo Di Cursi,  sono stati posti agli arresti domiciliari dalla Guardia di finanza con l'accusa di malversazione ai danni dello Stato, per non aver impiegato correttamente i 21 milioni ricevuti per il rilancio dello stabilimento siciliano. Al contempo è stato emesso un decreto di sequestro preventivo dell’intero complesso aziendale e delle relative quote sociali della Blutec spa, che è stata costituita nel 2014 e che ha sede a Pescara. Nel 2015 essa ha sottoscritto l’accordo di programma con i dicasteri dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle Politiche sociali, con la Regione siciliana e il Comune di Termini Imerese, per un importo complessivo di circa 95 milioni di euro, chiedendo agevolazioni pubbliche per oltre 71 milioni di euro (67 milioni per finanziamento agevolato e 4 milioni a fondo perduto). A partire dal dicembre 2016, sono stati erogati alla società circa 21 milioni a titolo di anticipazione.

Nei giorni addietro i due indagati sono stati rimessi in libertà, perché la vicenda sarebbe di competenza della Procura di Torino e non di quella di Termini Imerese. Nel caso in cui dovesse essere dichiarato il fallimento del gruppo industriale, la Procura di Pescara potrebbe avviare un'inchiesta per bancarotta fraudolenta. A quel punto la competenza territoriale dell'inchiesta attualmente in corso, transitata dalla Sicilia al Piemonta, potrebbe cambiare nuovamente. 

Intanto, oggi, Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, sulla questione, hanno inviato una richiesta unitaria d'incontro a Regione Abruzzo e a Prefettura di Chieti. "Gli interrogativi che serpeggiano in questo momento - sottolineano - non riescono a trovare risposta e i lavoratori vivono un momento di forte preoccupazione e incertezza che in alcuni casi sfocia comprensibilmente in agitazione. Inizialmente - spiegano - c'erano diverse vertenze riguardanti questo gruppo. A seguito degli arresti la vertenza è diventata unica, con tavolo permanente presso il ministero dello Sviluppo economico". A seguire le aziende, compresa quella della Val di Sangro che attualmente porta il nome di Ingegneria Italia, ora è  il commissario Giuseppe Glorioso.

"Allo stato attuale - sottolineano i sindacati - non è possibile fare previsioni, tutto dipenderà da quello che deciderà il tribunale del Riesame sul dissequestro, presumibilmente nei prossimi 20-30 giorni. Fino ad allora il commissario si occuperà della gestione ordinaria, saranno garantite le normali attività, le spettanze e gli impegni verso maestranze e clienti. Anche le trattative di cessione che vedevano interessate Ingegneria Italia di Atessa sono congelate".

"E' importante - concludono i sindacati - mettere in campo tutte le azioni necessarie.  Bisogna dare visibilità a questa vertenza. Occorre una fattiva spinta delle istituzioni, servono la spinta e l'interessamento di Fca al fine di mettere in sicurezza i livelli occupazionali ad Atessa".

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Foto di Andrea Franco Colacioppo

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