Atessa. Nuovi turni in Sevel (e nell'indotto). 'No al suppostone': la protesta dei Cobas

"Dal 7 ottobre prossimo lo stile di vita di migliaia di dipendenti della Sevel di Atessa (Ch) cambia radicalmente: si lavora anche il sabato, che diventa ordinario, su due turni e notte volontaria. Questo è quanto sancito nell’accordo dei "sindacati firmatutto" con i dirigenti Fca".

Cambiamento che interesserà anche le aziende dell'indotto, tra cui la Fca Plastics Unit. E' quanto denunciano i Cobas in una nota.

"E così i lavoratori  - continua il sindacato - si ritrovano un bel suppostone, non per curare i malesseri derivati dal logorio sulle linee di produzioni, bensì per abituarsi ad affrontare il nuovo anno con sfide maggiori, ma solo fino al 31 dicembre 2019 (così hanno fatto credere). Magari lavorando anche nel turno di notte di Capodanno, con la soddisfazione di inaugurare il 1° furgone del 2020!"

Ma alla Fca Plastics Unit - proseguono i Cobas - "resta il mistero se si applicheranno i 12,17 o 18 turni. Un’ora di assemblea in un anno. Eppure a pochi giorni dallo stravolgimento, tutto tace. L’accordo dà il segno di quanto questi sindacati  "maggiormente rappresentativi" siano lontani dai lavoratori, per non dire altro…. Sono tanti i punti da chiarire, ad esempio come, di sabato, gli operai raggiungeranno lo stabilimento...".

"Dopo l’accordo scioccante sulla pausa mensa - viene spiegato - con l’opzione di uscire prima e pranzare a casa, certi sindacati hanno toccato il fondo... I lavoraotri come tornerebbero a casa, li accompagnano loro?  Ma l’azienda non aveva detto stop ai recuperi e straordinari per consentire la nuova turistica? Vogliamo parlare del ruolo delle madri lavoratrici, a cui viene negato il part time? Forse non è ancora chiaro... I lavoratori sono al limite... Tornano distrutti a casa e dopo 5 anni di straordinari e recuperi obbligatori, secondo il contratto aziendale, del sabato e la domenica, addirittura ora il sabato è diventata giornata lavorativa. Ebbene, questa volta saremo molto più incisivi, la salute viene prima di tutto. Non ci si può ammalare di lavoro...". 

Foto Andrea Franco Colacioppo

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