Sul piede di guerra i 140 lavoratori della Connect Spa, azienda che realizza film e pellicole da imballaggio e che ha inglobato la quasi totalità delle maestranze della Bimo-Irplast.
Sono in stato di agitazione dal 22 giugno scorso e hanno attuato ripetuti scioperi, a singhiozzo, di tre o quattro ore ad ogni fine turno. Lo sciopero è stato sospeso - fanno sapere le Rsu della Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil - il 12 e 13 luglio "per un incontro convocato da Confindustria Chieti-Pescara, che non ha portato però i risultati sperati".
La protesta è tesa a chiudere "una contrattazione di secondo livello, che riguarda il premio di risultato e condizioni tese a migliorare la vivibilità sul posto di lavoro".
"Le richieste e le condizioni migliorative che sollecitiamo ormai da tempo - viene spiegato dai sindacati - non si traducono in costi insostenibili per la società e sono il frutto dei tanti sacrifici dei lavoratori, in termini di flessibilità e polivalenza, concessi in ogni occasione e chiesti dalla direzione del personale e dalla sua struttura per garantire la costante produzione e soddisfare così gli ordinativi".
"Dalla dolorosa terzializzazione del 2015, con il passaggio da Irplast a Connect del 90% dei dipendenti degli stabilimenti di Val di Sangro, - si specifica in una nota - c’è stata costante disponibilità e professionalità da parte di tutti i dipendenti, nonostante la perdita di salario e di diritti contrattuali. Ad oggi non sono stati concessi benefit aggiuntivi. Non c'è mai stato un giorno di fermo, neanche durante l’emergenza Covid per una società con codici Ateco tali che permettevano di essere operativi. Tutti i dipendenti, contagi permettendo, sono stati ligi al dovere e sempre presenti, assicurando una turnazione a ciclo continuo che, pur essendo di per sé disagiata e faticosa, ha comunque garantito continuità produttiva".
A questo punto all'azienda si chiede un cambio di passo, con un aumento di stipendio e un miglioramento generale. 19 lug. 2022
FILIPPO MARFISI
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