Atessa. Continua il fermo in Sevel. 'Sistema produttivo fragile e da rivedere'

Altri giorni di  stop in  Sevel di Atessa (Ch), per la mancanza di forniture da parte dello stabilimento Fca di Piedimonte San Germano, a Cassino, dove lo scorso primo ottobre è morto un dipendente, mentre effettuava la manutenzione di un impianto, e ci sono accertamenti di Procura, Asl e Ispettorato del lavoro, con il blocco e il sequestro delle linee produttive. 

Per questa ragione dall'11 ottobre la fabbrica del Ducato è paralizzata. Ed è stato comunicato il fermo delle attività anche per oggi,  17 ottobre, e per domani, 18 ottobre, su tutti i turni. Con Sevel sono state costrette allo stallo anche le aziende dell'indotto. "Una situazione - afferma Nicola Manzi, Uilm Chieti- Pescara - che si ripercuote su circa 20mila addetti. Tanti i disagi in Val di Sangro e non solo. Ricordiamo che Sevel rappresenta il 12 per cento del Pil dell'Abruzzo e l'80 per cento delle esportazioni della provincia di Chieti". 

"Quello che sta accadendo alla Sevel - dice Alfredo Fegatelli, Fiom Cgil Abruzzo -  parte da un incidente mortale avvenuto a Cassino, questo non può e non deve passare in secondo piano e per ciò è corretto che gli enti preposti svolgano il proprio lavoro nel rispetto della vittima e dei familiari. Ma la situazione che si è venuta a creare denuncia la carenza del sistema organizzativo da parte di Fca. Questa tragedia ha evidenziato la fragilità di un sistema produttivo che vede coinvolti non solo i lavoratori Sevel, ma migliaia di lavoratori dell'indotto".

"Va aperta - aggiunge - una riflessione sul futuro della Sevel a partire dal sistema di forniture che deve vedere sempre più investimenti nel nostro territorio e un miglior sviluppo dell'indotto. Infine - sottolinea Fegatelli - se non verrà avviato un confronto serio con Fca sul nuovo furgone, quello che stiamo vivendo in questi giorni potrà avvenire tra qualche anno e le responsabilità saranno da attribuire alla mancanza di strategie e progetti industriali, nonchè alla politica regionale che non riesce a guardare al futuro".

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