Alga tossica in Abruzzo. 'Un fenomeno naturale che non deve creare allarmismi'

Un’estate torrida, caratterizzata dall’assenza di pioggia e dalla siccità e che dona come unica promessa il miraggio di un refrigerio procurato nelle splendide acque della Costa dei Trabocchi. Una promessa per ora infranta perché, come nel grande classico di Spielberg dove sulle spiagge del Massachusetts qualcuno improvvisamente grida allo squalo, oggi sul litorale abruzzese  si grida incessantemente all’emergenza alga tossica.

Cos’è quest’alga tossica e da quanto è presente sulle nostre coste?

La "Ostreopsis ovata" è una microalga marina unicellulare appartenente al gruppo delle dinoflagellate che vive comunemente in acque tropicali aderendo alla superfice delle macroalghe. La vistosa crescita numerica degli individui Ostreopsis, detta “fioritura”, porta alla formazione di una pellicola brunastra, visibile ad occhio nudo, che ricopre rocce, ciottoli e tutto ciò che si trova sul fondo. Le onde possono inoltre staccare frammenti di mucillagine che, galleggiando, si portano sul pelo dell’acqua. Complessivamente, quindi, si possono osservare sia uno strato di patina rossa sul fondo, sia la presenza di materiale rosso brunastro sulla superficie dell’acqua con una mancata riduzione della trasparenza. Le prime segnalazioni sulla presenza di Ostreopsis ovata in Italia risale al 1998 sulle coste della Toscana, per poi essere rinvenuta nel corso degli anni nella maggior parte delle regioni costiere italiane.

Nel 2022 l'Ostreopsis era presente in 11 regioni costiere su 15 ovvero in 134 di 203 stazioni di prelevamento (il 66%), mentre risulta assente in tutti i campioni prelevati lungo le coste dell'Emilia-Romagna, Molise e Veneto, come riportato dai dati Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). La prima segnalazione di questa microalga sulle coste dell'Abruzzo risalirebbe al 13 settembre 2006 quando fu scovata in  un campione di acqua di mare prelevato dall'allora Asl di Vasto in un impianto di mitilicoltura.

Ma può essere realmente considerata tossica e pericolosa per la salute?

"Produce una tossina, chiamata palitossina, che si trova anche negli acquari e fa parte comunemente del mondo marino – spiega ad Abruzzolive.tv il direttore di Arta Abruzzo (Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente) e vicepresidente di Asso Arpa (Associazione delle Agenzie regionali e provinciali per la Protezione Ambientale) Maurizio Dionisio -. Se la palitossina dunque è prodotta in quantità elevate, quindi durante la fioritura dell’alga, e se si verifica contemporaneamente la combinazione di tre condizioni favorevoli quali mareggiate, nebulizzazione della palitossina a seguito della rottura della stessa e la formazione di aereosol contenente la palitossina, essa può liberarsi nell’aria provocando effetti sulla salute umana. In Abruzzo, ad oggi - continua Dionisio - non c’è pericolo che si verifichi la combinazione di queste tre circostanze e il semplice rinvenimento dell’alga con un numero di 30.000 cellule per litro, non è di per sé un elemento portatore di pericoli per l'uomo".

Ma la palitossina prodotta dall’alga può produrre danni alla salute tramite altre modalità, come ad esempio tramite il contatto cutaneo?

"No, non produce effetti negativi sulla salute attraverso il contatto cutaneo – conclude il direttore di Arta Abruzzo -. In Italia abbiamo un solo caso di intossicazione da palitossina rilasciata dalla Ostreopsis ovata, avvenuto nel 2005 in Liguria, dove sono state registrate circa 500 persone con sintomi riconducibili a intossicazione da palitossina per vie inalatorie (febbre, tosse, faringite e difficoltà respiratorie) e anche in quel caso si è trattato della straordinaria combinazione delle tre condizioni suddette".

La chiusura alla balneazione di tratti di costa e di spiagge - l'allarme è scattato a San Vito, Ortona,  Rocca San Giovanni e anche Vasto, dove comunque i divieti sono già stati revocati e i valori rilevati non destano alcuna preoccupazione - è avvenuta in seguito alle analisi eseguite dalla stessa Arta, che ha riportato all’attenzione dei Comuni la presenza dell'Ostreopsis ovata. I vari Comuni allertati hanno poi applicato semplicemente il Decreto ministeriale del 30 marzo 2010 che, come recita l’articolo 1 “è finalizzato a definire i criteri per determinare il divieto di balneazione”. Criteri che vengono chiariti anche dall’Istituto Superiore di Sanità che puntualizza nel suo rapporto “Ostreopsis ovata: linee guida per la gestione delle fioriture negli ambienti marino-costieri in relazione a balneazione e altre attività ricreative” che “sulla base delle osservazioni sui casi di intossicazione umana riportate finora, sembra che i casi si siano verificati alla presenza di oltre 30.000 cell/L in colonna d’acqua e contemporanee condizioni meteo-marine favorevoli alla formazione di aerosol (forte vento e mareggiate). A queste densità e condizioni meteo-marine è opportuno sconsigliare o vietare la balneazione e l’accesso alla spiaggia e alle zone limitrofe (es. lungomare per il tratto di estensione della fioritura)".

L'allarmismo ha causato non pochi disagi nei vari centri costieri e intanto il sindaco di Fossacesia (Ch), Enrico Di Giuseppantonio, ha diffuso una nota nella quale precisa che: "Il mare antistante la spiaggia di Fossacesia, non è mai risultato interessato, nel corso di questa estate, dalla microalga potenzialmente tossica che ha purtroppo interessato nei giorni scorsi altre zone della costa. I Comuni sono costantemente in contatto con l'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente, che continua a monitorare ed effettuare campionature dell’acqua e nell’eventualità le analisi dovessero rilevare la presenza dell’alga tossica, sarà tempestivamente informata la popolazione e saranno prese le opportune decisioni in merito". 14 ago. 2024

MARIANO PELLICCIARO

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