Uccise la madre a Casoli. 'Era depresso. Per lui la mamma contava più di tutto. Poi la malattia...'

Depressione e altri problemi avvolgevano la mente e l’animo di Francesco Rotunno, 65 anni, accusato di aver strozzato, in casa (VEDI FOTO), a Casoli (Ch), con un laccio, la madre di Cesira Bambina Damiani, 88 anni. Era il 12 febbraio 2023. 

In Corte d’ Assise stamani hanno sfilano altri cinque testi dell’accusa, due dei quali erano anche del difensore Silvana Vassalli. Il quadro che è emerso è proteso ad evitare l’ergastolo.

Il medico condotto, Bruna Casciato, spiega le patologie della vittima e dice: “Era a rischio di vita”. La pensionata soffriva di cecità bilaterale e di leucemia cronica e doveva fare le trasfusioni per tirare avanti.

La vicina di casa Elisabetta, è stata quella che ha incontrato l’imputato per strada che andava in contrada Serre e gli ha dato un passaggio in auto: “L’ho trovato demoralizzato e di poche parole”, ha detto davanti ai giudici. Poi un susseguirsi di eventi: la badante che scopre la madre dell'imputato morta sul letto e tutti che si sono attivati a cercare il figlio. La condomina Patrizia dice di averlo visto andare via a mezzogiorno ma prima l’aveva visto dietro la finestra. E ha notato, cosa inusuale, che le chiavi di casa al primo piano, luogo dell’omicidio, erano sulla toppa. L’ex moglie Katia, che spesso andava a trovare la suocera, è corsa pure lei e ha visto il biglietto di scuse e ha allertato il figlio Stefano.

“Lui e sua mamma vivevano in simbiosi - ha detto Katia. - La mamma veniva prima di tutto e si è sempre occupato di lei: all’inizio era tranquillo, poi si vedeva che non stava bene, mentre le condizioni di salute di mia suocera peggioravano". Stefano, figlio dell'imputato, riferisce: “Saputo della morte della nonna ho pensato che papà avesse fatto una stupidaggine anche col bene che le voleva. L’ho chiamato più volte e non rispondeva poi l’abbiamo trovato su un costone a Serre accasciato, bagnato e sotto choc. Con nonna aveva atteggiamenti amorevoli ed ero convinto che si volesse suicidare dopo la morte di nonna a cui voleva tanto bene; l’accarezzava, la lisciava e per accudirla non è venuto al compleanno del nipote".

Per l’avvocato Vassalli: "Si è dimostrato uno stato di depressione vicino e prodromico a quanto successo che possa aver scosso ancor più la sua vita. Nessuno avrebbe immaginato un atto violento contro la madre, piuttosto contro se stesso dopo la sua morte. La Corte ha un quadro esatto dell’imputato e della depressione. Stavano soffrendo insieme e ha pensato me ne vado. Cercando il suicidio si era nascosto per non farsi ritrovare". 15 mar. 2024 

WALTER BERGHELLA

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