Tragedia Rigopiano. Quella panchina ad Archi per ricordare Ilaria, vittima del lavoro. E la lettera del ministro
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Vittima della tragedia che si è consumata a Farindola (Pe), il 18 gennaio 2017, quando una valanga ha sbriciolato l'Hotel Rigopiano facendo 29 morti. Vittima del lavoro.

Ora c'è una panchina bianca, ad Archi (Ch), a ricordare Ilaria Di Biase, deceduta a 22 anni, sotto le macerie del "Rigopiano". E' stata donata da un socio del sodalizio "Ilaria Di Biase, il nostro angelo" ed è stata collocata, ieri, grazie al sacerdote don Nicholas, nel giardino della parrocchia di Santa Maria dell'Olmo ad Archi. "Era - ricorda la mamma Mariangela Di Giorgio - posto molto caro a mia figlia: vi si fermava spesso con le amiche più care a chiacchierare". 

L'iniziativa a sette anni dal dramma. Vi ha preso parte anche l'Anmil, Associazione nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro. Una panchina bianca in memoria della ragazza e delle altre vittime di Rigopiano. Ma anche di tutti i morti sul lavoro. "Un gesto simbolico - continua la madre di Ilaria - per non dimenticare e per tenere alta l'attenzione su quella che è una piaga sociale". Ossia sugli infortuni sul lavoro, per cui la provincia di Chieti detiene un triste primato nazionale.

La cerimonia, a cui hanno partecipato altri familiari delle vittime di Rigopiano, è stata preceduta da una messa.

"La nostra cronaca - ha detto Maria Massimini, presidente provinciale Anmil Chieti, che conta circa 2mila iscritti - è costellata da notizie che ci ricordano costantemente quanto si debba ancora fare tanto per garantire sicurezza. Ma ciò che spesso si dimentica o che non si vede è che a subire i danni di un incidente sul lavoro non sono solo coloro che lo vivono in prima persona e magari si ritrovano a dover riscrivere una quotidianità stravolta da una disabilità permanente. Ci sono infatti mogli, mariti, genitori, figli che ne rimangono altrettanto coinvolti, quando non devono addirittura fare conti con una morte inaspettata. La tragedia di Rigopiano - ha aggiunto - ha sconvolto tutto il Paese, ma con il passare del tempo solo chi ha subito un grave lutto può avere la forza di lottare per la giustizia e onorare la memoria di chi non c'è più. Personalmente, e in nome dell'associazione che rappresento, abbiamo voluto dimostrare la nostra vicinanza anche attraverso il costituirci parte di civile nel processo in corso per Rigopiano, perché vittime e familiari non si sentano sole, perché non scenda l'oblio su questi innocenti. Il mio auspicio è che il nostro abbraccio e la nostra vicinanza vi diano un po' di conforto. E possano i vostri cari sapere che non li abbiamo dimenticati".

Durante la funzione reliosa, il sindaco di Archi, Nicola De Laurentis, ha letto una lettera ricevuta dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone. "La storia di Ilaria - recita la missiva - è entrata con forza nel mio cuore. Lo dico a mamma Mariangela, perché anch'io sono una mamma. Lo dico a papà Filippo, a Juri, al sindaco, all'intera comunità di Archi che si è stretta con amore attorno alla famiglia. Ilaria era la più piccola quel 18 gennaio. Aveva 22 anni e da tre già lavorava. So che sognava di fare la pasticciera, che andava al lavoro con la sua auotombile nuova che pagava a rate. Vedo il suo volto, il suo sorriso e capisco perché tutti la descivono allo stesso modo: una ragazza solare. Il suo viso ci illumina oggi e cancella il ricordo di quella terribile notte. Mi unisco al vostro solore, al rimpianto per Ilaria, per tutte le vittime di quell'assurda tragedia, e per tutti quanti in Italia sono caduti sul lavoro. A ventidue anni, poi, è doppiamente ingiusto. Sono al vostro fianco. E, insieme a voi, rivolgo le mie preghiere e il mio pensiero commosso alla bellissima Ilaria".    22 gen. 2024

SERENA GIANNICO

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