Lanciano. In coma dopo un pugno: 16enne a processo per aggressione a Pio D'Astolfo

Aggressione a Giuseppe Pio D’Astolfo, di Lanciano (Ch), oggi 21 anni: il ragazzo finì in coma dopo un pugno.

Il gip del tribunale dei minori dell’Aquila ha rinviato a giudizio il minore lancianese P.G.G., 16 anni, difeso dall’avvocato Vincenzo Menicucci. Processo fissato al prossimo 2 ottobre.

La Procura minorile ha modificato l’imputazione, dopo nuove perizie mediche, in lesioni gravissime e aggravate che superano il 74% ed una disabilità permanente, consistente in un significativo deficit della sfera cognitiva, relazionale e comportamentale, tale da impedire una ripresa funzionale in ambito familiare, sociale e lavorativo, con la presenza di una alterazione fisiognomica che pure incide sulla favorevole espressione della propria immagine. 

La sconvolgente aggressione Giuseppe Pio, allora 18 anni, avvenne la sera del 17 ottobre 2020, all’ex stazione Sangritana, dove era in corso la movida serale. Il giovane, patrocinato dall'avvocato Giovanni Mangia, che chiederà i danni, fu colpito da un pugno alla tempia sinistra, che lo ridusse in uno stato comatoso, appeso ad un filo. Fu operato d'urgenza e per giorni le sue condizioni furono critiche.

Nella terribile vicenda furono coinvolti altri due minorenni, non imputabili perché avevano 13 anni. Sul caso Menicucci ha deciso di non ricorrere a patteggiamento e rito abbreviato scegliendo il rito ordinario.

“Il mio assistito non è l’esecutore materiale del pugno e non è stato lui a scagliarsi contro D’ Astolfo - dice -.  Lui era lì presente con altra moltitudine di gente non sotto processo; nessuno è intervenuto. Sulla prospettazione di concorso morale di altra persona per non aver evitato il pugno, va detto che non era prevedibile. Affrontiamo sereni il processo”. 07 mag. 2024

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