"Motivi di salute": è incompatibile con il regime detentivo, non può stare dietro le sbarre.
Per queste ragioni il Tribunale di sorveglianza ha disposto gli arresti domiciliari per Giuseppe Spagnulo, condannato, in via definitiva, all'ergastolo, così come pure la moglie Francesca Angiulli, per l’omicidio del carabiniere Antonio Cianfrone (nella foto). Ora l'uomo si trova nella sua abitazione di Spinetoli, ad Ascoli Piceno.
L’assassinio, avvenuto il 3 giugno 2020, aveva sconvolto la comunità. Spagnulo, stando alle risultanze processuali, tendendo un agguato, ha sparato a Cianfrone, 50 anni, originario di Mozzagrogna (Ch), ex vice comandante della caserma di Monsampolo (Ap) mentre faceva footing lungo la pista ciclabile San Pio X di Pagliare del Tronto nel comune di Spinetoli. Quattro i proiettili che hanno attinto il maresciallo: tre esplosi alle spalle, da un killer col volto coperto da casco integrale, che si è poi dileguato in sella ad una motocicletta guidata da un complice, sempre nascosto da un casco. La Cassazione, sulla vicenda, si è pronunciata appena lo scorso febbraio, chiudendo il caso e infliggendo la massima pena ai coniugi. (LEGGI QUI)
Ora ecco la decisione del Tribunale di sorveglianza, che riporta a casa il principale imputato, colui che, stando alle risultanze processuali, ha sparato. Una decisione che ha suscitato apprensione a Spinetoli, ma il caso resta aperto: il tribunale di Bologna si pronuncerà nei prossimi giorni in merito e potrà confermare o revocare il provvedimento.
Sdegno da parte della famiglia della vittima. Francesca Cianfrone, sorella del carabiniere, sui social scrive: "Vi sembra normale?... Fate rumore, aiutateci a farlo tornare in carcere. Lui, per salute, è incompatibile al carcere... Antonio mio, è incompatibile con la cappella. La magistratura ci pensi bene... Lì ci sono i figli della vittima, i testimoni oculari. Ha ammazzato già quando era per riabilitarsi... Era un pregiudicato.... Ricordatevelo. Sono indignata, delusa, la mia famiglia di nuovo nel tormento... Un ergastolo del dolore a vita... Nessuno si preoccupa di noi. Nessuno fa niente, nessuno tutela i nostri ragazzi... Ricordatevelo come hanno ammazzato il padre. Ora ha il cuore malato... A noi il cuore ce l'hanno strappato dal petto... Chi ci aiuta. L assassino sta male, ma sta a casa. Troppo comodo troppo comodo...".
E l'altra sorella, Sandra, in un post: "Ecco quanto vale la vita di un uomo, la vita di un servitore dello STATO. Indignata?! No! Schifata, è diverso. Un magistrato condanna, un altro rimette in "libertà"! Tanto del carabiniere, della famiglia che ci frega... La condanna all'ergastolo del dolore è solo nostra". 14 ago. 2024
SERENA GIANNICO
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