Licenziata da Stellantis lo scorso 15 febbraio, è stata ora reintegrata al lavoro, nello stabilimento di Atessa (Ch), da una sentenza, del 10 dicembre scorso, del giudice di Lanciano, Cristina Di Stefano.
La lavoratrice, Francesca Felice, di Vasto (Ch), rappresentante e militante dello Slai Cobas, era stata sospesa e successivamente, dopo cinque giorni, mandata via perché, secondo l’azienda, aveva discusso animosamente, arrivando persino alle mani, con due colleghe della Fim Cisl.
“Nonostante le giustificazioni allora addotte, che smentivano i fatti contestati e il litigio - spiega, ad Abruzzolive.tv, Giordano Spoltore, coordinatore provinciale Chieti dello Stai Cobas - è stata comunque cacciata. Non c’è mai stata alcuna rissa - prosegue - ma solo una discussione, uno scambio di vedute, di natura sindacale, su un accordo sui trasferisti della fabbrica di Cassino, alcuni dei quali impiegati anche nella ex Sevel”.
Con queste convinzioni, il sindacato autonomo ha impugnato il licenziamento, ritenuto "repressivo e discriminatorio", e, tra fine aprile e inizio maggio scorsi, ha presentato ricorso in tribunale. “Siamo stati seguiti - riprende Spoltore - dall’avvocato Giuseppe Marziale del foro di Napoli. Il 17 ottobre la conclusione della fase istruttoria, con l’escussione dei testi. Contenti per il risultato ottenuto: continueremo nelle nostre battaglie".
Secondo il giudice del lavoro la motivazione che ha portato al licenziamento “è illegittima” e una vivace polemica, non può configurare il licenziamento, provvedimento "irragionevolmente spropositato" rispetto al comportamento tenuto dalla donna, che da 18 anni lavora per Stellantis. Il colosso italo-francese è stato condannato al reintegro della dipendente e al risarcimento delle mensilità non percepite dalla ricorrente.
Sulla questione sono intervenuti anche Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione e Viola Arcuri e Marco Fars, co-segretari regionali del Prc. "Salutiamo con gioia la sentenza che ha fatto giustizia. L'unità e la solidarietà della classe lavoratrice dovrebbe essere un principio ispiratore di tutte le organizzazioni sindacali, ma in questo caso non è stato così. Stellantis, nel mentre penalizzava gli stabilimenti italiani, non ha mai smesso di spremere lavoratrici e lavoratori intensificando i ritmi di sfruttamento e di portare avanti condotte antisindacali". 13 dic. 2024
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