Largo San Lorenzo è circondata da innumerevoli studenti del Liceo Scientifico di Lanciano (Ch) con un silenzio carico di emozione e riflessione, mentre tre loro colleghi con le chitarre, Piero Bonanni, Alessandro Muscente e Davide Marcaccini, accompagnano la posa di quattro pietre d’inciampo a ricordo della deportazione ad Auschwitz dei componenti la famiglia Grauer.
All’artista tedesco Gunter Demnig (nella foto) bastano 17 minuti e 24 secondi per posare, con malta e cazzuola, i quattro sampietrini ricoperti di ottone a ricordo del falegname ebreo polacco Samuel Grauer, sua moglie Rosa, i figli Marco, 4 anni, e Tito, 2 anni, nato all’ospedale di Lanciano. La loro vita si è spenta atrocemente al campo di concentramento di Auschwitz. I Grauer venero arrestati a Lanciano il 31 ottobre 1943, poi mandati a Casoli, Orsogna, Chieti, L’Aquila, Firenze, infine Milano da dove partono sul convoglio 6, al binario 21, lo stesso di Liana Segre, alla volta di Auschwitz dove giunsero, dopo sette giorni di viaggio, il 6 febbraio del 1944. Proprio quel giorno il primogenito Marco compiva 4 anni, mentre il fratellino Tito i due anni li aveva compiuti due giorni prima sul treno della morte, su cui viaggiavano 605 persone, solo in due sopravvissuti. Marco e Tito morirono lo stesso giorno del loro arrivo nell’inferno di Auschwitz, mentre non si conosce la data del decesso dei genitori.
Un’altra delle terribili storie legate alle leggi razziali e alle deportazioni ricordate dalla studentessa Alessia Torosantucci al termine di un lungo percorso di un progetto didattico sul Giorno della Memoria, il primo in Abruzzo, effettuato allo Scientifico e coordinato dal docente di filosofia Luciano Biondi. “Sono molto contento di aver portato qui a Lanciano tante persone per la posa delle pietre d’inciampo – dice Gunter Demnig - specie numerosi giovani che si chiedono come tutto questo sia potuto succedere e che non accada mai più. Dal 1992 ho posato 70 mila pietre in 24 Paesi per non dimenticare. Il progetto l’ho iniziato a Colonia mettendo pietre inizialmente in ricordo dei rom vittime del nazismo. Ogni volta che metto una pietra d’inciampo sono inorridito su quanto è avvenuto”. Così i Grauer sono tornati a casa, pur con un processo doloroso, ma nei sampietrini ricoperti d’ottone chiunque passa potrà ora ricordarli in largo San Lorenzo, porta del ghetto di Lancianovecchia. Per il sindaco Mario Pupillo... “Lanciano è sempre stata allenata alla memoria e alla democrazia i cui cittadini hanno combattuto per ribellarsi ai nazifascisti. Siamo una città nobile che ha combattuto contro la dittatura. Abbiamo anche eretto il secondo monumento in Europa, dopo Berlino, che ricorda lo sterminio del popolo Rom e Sinti”.
16 gennaio 2019
Walter Berghella
Foto Andrea Franco Colacioppo
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